Parodie translinguistiche

Dopo il recente lancio di un MacBook da $1299, nei paesi anglofoni è diventata virale una parodia video che consiste nell’aneddoto di alcune padelle smarrite di un delirante comico spagnolo che nei sottotitoli in inglese si trasforma nel racconto di uno sviluppatore del nuovo computer di Apple:

È un genere umoristico che si è diffuso grazie alle parodie basate su una scena del film tedesco Der Untergang (in italiano La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, in inglese Downfall e quindi Downfall parodies o Hitler rants), un meme in cui la reazione furibonda di Hitler per l’inevitabile sconfitta viene trasformata in rabbia contro eventi contemporanei tra i più disparati.

Uno tra i tanti esempi italiani, Hitler viene a sapere il suo voto all’esame di linguistica:

Il meccanismo umoristico di queste parodie richiede specifiche conoscenze enciclopediche (ad es. familiarità con i prodotti e gli utenti Apple) e, a proposito di linguistica, credo possa funzionare solo se:

non si conosce la lingua di origine o comunque si riesce a “disattivare” il contenuto semantico (il significato degli enunciati);
la lingua di origine e la lingua dei sottotitoli condividono alcuni aspetti prosodici; in questo caso, il valore pragmatico (atteggiamento o stato d’animo del parlante) che viene veicolato dall’intonazione deve essere simile in entrambe le lingue: rabbia per Hitler, ridicolaggine per il comico spagnolo;
si riconosce l’incongruenza (implicita) tra situazione e contesto originali e quelli suggeriti dai sottotitoli, e il contrasto suscita ilarità.

Sarei curiosa di sapere se l’effetto comico è lo stesso anche in lingue con aspetti prosodici completamente diversi da quelli di spagnolo e tedesco degli esempi.

Infine, un’osservazione terminologica: in inglese questo genere umoristico viene descritto genericamente come parody o spoof (sinonimo più informale di parodia) ma non mi pare abbia un nome specifico come invece alcuni tipi di variazioni umoristiche dei testi delle canzoni, descritti in Canzoni, soramimi, buffalaxing e animutation.

Ci inventiamo un nome italiano?


Aggiornamento febbraio 2017 – In tema, una metaparodia (sottotitoli italiani) dedicata a Bruno Ganz nel giorno della sua morte, via @Pacuvio.


2 commenti su “Parodie translinguistiche”

  1. Alesatoredivirgole:

    Un nome italiano? Mmmm … non è cos’ semplice …

    Personalmente ricordo alcuni “gingle” o ritornelli:

    • “ti ricordi montagne verdi…” diventava “ti ricordi lasagne verdi …”

    • “Gillette, il meglio di un uomo …” diventava “omlette, il meglio di un uovo …”

    • Ma come non ricordare Sandokan: “sale e scende la marea e Sandokan ha la … , e Marianna preoccupata le prepara una limonata”

    • … e … Albano e Romina con “felicità …”

    Per quanto riguarda il video sull’esame di linguistica: come studente universitario FAD (a distanza) mi sono sentito chiamato molto in causa, lo trovo eccezionale !!! Ovviamente ci si deve distaccare un po’ dalle immagini che riportano alla mente altro.

    Per quanto riguarda le padelle: contagioso è dir poco, ma a proposito di MacBook, allego il link relativo ad uno scherzo fatto ad un amico tempo fa, un’idea strampalata fatta con un foglietto di carta A4: https://alesatoredivirgole.wordpress.com/2011/05/18/mecbuc-ultraslim-eppol-reality-effect/

  2. Licia:

    @Alesatoredivirgole: divertenti questi esempi e lo scherzo “Eppol Reality Effect” che fa pensare al famigerato Campo di distorsione della realtà. 😉

    Aggiungo che le interpretazioni alternative dei versi delle canzoni (e quindi anche dei jingle) in inglese hanno un nome, mondegreen; in italiano è stato proposto batussi.

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