Giacomo Leopardi sull’ortografia

Alcune considerazioni dallo Zibaldone di Giacomo Leopardi citate dalla voce Ortografia dell’Enciclopedia dell’Italiano Treccani:

Una delle cause della imperfezione e confusione delle ortografie moderne, si è che esse si sono quasi interamente ristrette all’alfabeto latino, avendo esse molto più suoni, massime vocali, che non ha quell’alfabeto. […] I caratteri dell’alfabeto latino non bastano a molte lingue moderne. E generalmente si vede che le ortografie sono tanto più imperfette, quanto le lingue sono più distanti per origine e per proprietà dal latino. (4284-4285)

CARCHOPE e PESSI:esempio di ortografia imperfettaL’ortografia perfetta, invece, sarebbe caratterizzata da questi tre elementi:

1. Ogni segno, come si pronunzia nell’alfabeto, così nella lettura sempre; 2. E nell’alfabeto esprima un suono solo; 3. Non si scriva mai caratteri da non pronunziarsi, né si ometta lettere da pronunziarsi. (4488)

Sarà l’argomento del prossimo post, Chitroli e carchope: l’ortografia imperfetta.

Vedi anche: Ortografia italiana e prestiti dall’inglese (nota finale sulle principali incongruenze delle convenzioni di scrittura italiane).

5 commenti su “Giacomo Leopardi sull’ortografia”

  1. Monmartre:

    Considerando che in Croato la r, in ben determinati casi, possa diventare vocale e che molte consonanti si pronunciano sorde o sonore a seconda della sonorità della consonante successiva o della posizione nella parola, direi che anche il Croato non è la lingua perfetta: un segno corrisponde a più suoni.
    L’unico lingua perfetta sarebbe quella che usa l’alfabeto fonetico (ma quale?) per scrivere le parole.

  2. Licia:

    Grazie per gli esempi. Anche il finlandese viene citato spesso come lingua con ortografia “fonetica” ma credo abbia comunque alcune eccezioni. Forse solo alcune lingue artificiali hanno piena corrispondenza tra grafemi e fonemi?

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