Ministri, tra terminologia e grammatica

Che effetto vi fa questa notizia?

Nicola Sturgeon sarà la prossima primo ministro della Scozia. Chi è l'unica candidata alla segreteria dello Scottish National Party, dopo le dimissioni di Salmond: gli succederà al governo e nel partito

Prime minister e first minister

Nel titolo ho visto innanzitutto una questione terminologica: nell’inglese britannico esistono due termini che anni fa erano sinonimi ma ora identificano due concetti diversi. Sono prime minister, il capo del governo del Regno Unito, e first minister, il capo del governo nelle quattro nazioni che costituiscono il regno. Sturgeon sarà first minister.

In inglese è frequente che nei linguaggi speciali vengano assegnati significati particolari a parole esistenti per denominare nuovi concetti (risemantizzazione), e che si distingua tra concetti simili ricorrendo a doppioni o a parole analoghe che hanno origini diverse, come first, di radice germanica, e prime, latina. In altre lingue, la minore disponibilità lessicale può complicare lavoro terminologico e traduzione e richiedere soluzioni ad hoc, cfr. watch dog e guard dog e answer, reply e respond.

Il ministro, la ministra e la ministro

Del titolo mi ha colpita anche la prossima primo ministro, una locuzione in apparenza discordante ma in questo caso forse la scelta più utile e meno ambigua tra le diverse opzioni disponibili in italiano, già descritte in La scelta del genere di ministro:

1 la prossima prima  ministra è ambiguo perché in Scozia non c’è già stata alcuna prima ministra (Sturgeon è la prima donna in questo ruolo); vanno inoltre considerate le potenziali connotazioni ironiche di forme femminili percepite come forzate;

2 il  prossimo primo ministro, forma maschile con valenza neutra (fa riferimento alla carica ricoperta e non al sesso della persona) funzionerebbe in altri contesti ma non qui, o perlomeno non per quei lettori italiani che ignorano che in inglese Nicola è un nome di donna e quindi sarebbero confusi dai successivi riferimenti femminili; 

3 – la prossima primo ministro, forma ibrida con sostantivo maschile e accordo al femminile, evita le ambiguità semantiche ma credo sarebbe stata più efficace con le iniziali maiuscole, Primo Ministro, per un rimando più esplicito al ruolo.

I linguisti hanno pareri contrastanti su queste diverse forme e nell’uso dei media si notano continue oscillazioni. È difficile prevedere quale si imporrà, ma al momento la loro coesistenza mi sembra un bell’esempio della flessibilità della grammatica italiana. A proposito, vi ricordo che domani è la Giornata proGrammatica!
.

Vedi anche: Donne e grammatica (considerazioni sul femminile di alcuni nomi di professione)

.

2 commenti su “Ministri, tra terminologia e grammatica”

  1. efano:

    Per me ci dovremo abituare a nomi declinati al femminile, anche se adesso ci sembra strano, visto che non abbiamo nomi neutri e il retaggio di certe professioni in passato (o ancora) svolte solo da uomini è ancora molto forte (avvocato, giudice, sindaco, assessore, prete, vescovo). E quindi sceglierei “prima ministra”.
    Mi rendo conto che molte altre scelte sono più complicate.
    Ma in questo caso, dire “il primo ministro” riferito a una donna a me stona molto di più di “la prima ministra”, che mi pare preferibile a un “la primo ministro” con articolo e aggettivo-sostantivo non concordati.
    Nessuno oggi si sognerebbe di dire “la dottor Rossi” o “la professore Bianchi”.
    Fortunati gli inglesi che non devono scegliere…

  2. Licia:

    @efano, in inglese è sicuramente più semplice, anche perché stanno eliminando i pochi casi in cui esistono parole diverse, ad esempio non si dice più actress ma actor anche per le donne (però ricordo una ex collega americana di origine tedesca che qualche anno fa rifiutava di essere descritta come webmaster e insisteva nel farsi chiamare webmistress).

I commenti sono chiusi.