Leggo da Linda Liguori che oggi scade il termine per iscrivere bambini italiani sotto i 14 anni al concorso per dare il nome alla mascotte di Expo 2015 e agli undici vegetali che ne compongono il volto, modellato con lo stile di Arcimboldo [link non più disponibili].
Si richiede che i nomi proposti siano:
1) originali
2) simpatici
3) internazionali
4) coerenti con il tema di Expo
5) abbiano affinità con la Mascotte e i Personaggi;
6) facili da pronunciare in diverse lingue;
7) facili da memorizzare.
I requisiti 3, 6 e 7, in particolare, sono tipici delle valutazioni di globalizzazione e mi stupisce non solo che ci si aspetti che dei bambini siano in grado di fare analisi così specifiche ma anche, a questo punto, che non sia stato preso in considerazione un altro dettaglio rilevante: il genere grammaticale.
Genere grammaticale e percezione
In Relatività linguistica e suffisso inglese –ette ho accennato ad alcuni studi che dimostrano che le lingue che assegnano generi grammaticali agli oggetti inanimati possono condizionare la risposta emotiva nei confronti degli oggetti stessi.
In italiano cinque dei vegetali-mascotte sono di genere maschile (aglio, fico, mais, mango e rapanelli) e sei di genere femminile (anguria, arancia, banana, mela, melagrana e pera), un aspetto che sicuramente può influenzare la percezione delle caratteristiche di ciascun personaggio e quindi le scelte dei nomi.
Lingue diverse, connotazioni diverse
Un nome internazionale, come richiesto dal punto 3 del concorso, dovrebbe tenere presente che, nelle lingue che lo prevedono, il genere di oggetti inanimati non sempre coincide. Il fico, ad esempio, potrebbe ispirare un nome palesemente maschile (per dire, Romeo) che potrebbe però risultare insolito in tedesco (Feige è femminile), senza contare che al genere grammaticale si sovrappongono conoscenze enciclopediche e stereotipi culturali diversi, come nel caso di fico in italiano.
In questi casi sarebbe opportuno privilegiare nomi non eccessivamente marcati, che possano risultare “neutri” in lingue diverse, ma è poco probabile che un bambino monolingue sia in grado di fare queste valutazioni.
Sarebbe in ogni caso interessante fare un esperimento e chiedere a bambini di diverse regioni italiane di dare un nome al vegetale qui a fianco, senza descriverlo, per vedere se le loro scelte rispecchiano il genere del geosinonimo in uso: anguria, cocomero o melone d’acqua.
Genere e problemi di traduzione
A chi è interessato all’argomento suggerisco Islamic Fatwas, Grammatical Gender, and Translation—Or Beware of Those Sexualized Vegetables!, un dettagliatissimo articolo su arbitrarietà del genere grammaticale e convenzioni culturali, con molti esempi di problemi di traduzione che riguardano in particolare fiabe e racconti illustrati.
Con riferimento all’italiano sono citati il Principe Ranocchio (nell’originale tedesco la rana, Frosch, è di genere maschile) e le strategie di traduzione usate nella versione russa di Le avventure di Cipollino di Gianni Rodari, in cui i protagonisti sono verdure o frutti antropomorfici rappresentati con caratteristiche che fanno coincidere genere grammaticale e sociale ma che non sempre trovano corrispondenza in russo, ad es. Prezzemolo è il nome di un personaggio tipicamente maschile mentre in russo petruška è femminile.
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Aggiornamento marzo 2014 – Sono stati annunciati i nomi delle mascotte: sono Foody (l’insieme di frutta e verdura), composto da Josephine (Banana), Rodolfo (Fico), Chicca (Melagrana), Arabella (Arancia), Gury (Cocomero o Anguria), Manghy (Mango), Piera (Pera), Pomina (Mela), Rap Brothers (Rapanelli), Max Mais (Mais Blu) e Guagliò (Aglio). Non tutti però rispettano i requisiti indicati nel bando: dettagli in Expo 2015: Foody & friends.
Vedi anche: Traduzione di nomi propri: Maxwell House e Di terminologia, naming e altre cose di lingua
Alice:
Aggiungo solo “melone rosso”, che mi aveva stupita molto 🙂
Marco:
Scusa Licia, non resisto, il nome che propongo per questa orrenda mascotte di Expo 2015, creata dalla Disney (Walt intanto si sta rivoltando nella tomba) è Ciofeca (femminile). 😉
Marco 1:
“Caotica”? Mi sembrerebbe un nome adattissimo. Vero che non so che “effetto” farebbe in altre lingue, ma a ben guardare questa mascotte vegetale “effetto” lo fa proprio!
In alternativa: Sally (insomma, è una specie di Insalata, no?) oppure Mac (da Macedonia).
Ma poi: in che senso ananas e banane dovrebbero rappresentare l’italianità? E il mango?
O sono richiami voluti alla globalizzazione?
Nome a parte, è un’immagine confusa, faticosa da vedere e decifrare. Si tratta di un personaggio, non di un logo ( se ho ben capito), ma lo stesso si poteva scegliere qualcosa di meno inutilmente complicato. Mi viene da pensare alla pulizia ed all’essenzialità dello stemma della regione Lombardia versus quelli di quasi tutte le altre. Semplice, pulito, indimenticabile.
Forse potrebbero chiamarla Org. Nella mia zona i rifiuti si dividono in Vetro, Plastica, Carta, Indifferenziato. E Organico, appunto 🙂
Licia:
@Alice, mai sentito neanch’io! Dove lo usano?
@Marco, magari agli stranieri Ciofeca piace proprio, basta pensare ai nomi dei caffè Nespresso o delle marche LIDL. 😉
E per il personaggio principale qualcuno avrà sicuramente proposto anche Archie o Boldy, da Arcimboldo.
@Marco 1 Anche per me il personaggio principale risulta troppo confuso e difficile da decifrare, tra l’altro per nulla rappresentativo delle linee “pulite” di molto design italiano, e se l’EXPO deve essere una vetrina per il nostro paese non ne usciamo benissimo.
Mi piacerebbe sapere con che criterio hanno scelto gli unidici personaggi. Per il mango ho anche pensato alla necessità di un frutto il cui nome fosse di genere maschile (in italiano la maggior parte dei frutti sono femminili), ma allora perché non scegliere il pomodoro, o anche il peperone, molto più rappresentativi della cucina italiana?
Ho visto qualche commento in giro, e temo che queste mascotte non piacciano proprio a nessuno…