Da phablet a fonblet

In Phablet, un brutto nome? avevo riassunto le reazioni negative suscitate dal nome phablet (phone+tablet), allora un neologismo ma da mesi ormai il termine più usato per descrivere i dispositivi mobili con schermo touchscreen di dimensioni tra i 5 e i 7 pollici.

I fonblet di Samsung

Nei commenti avevamo discusso nomi alternativi tra cui fonblet, un’altra parola macedonia formata da phone+tablet ma con sostituzione del digramma ph con f. Nei paesi di lingua inglese sta ricevendo nuove critiche dopo che Samsung, l’azienda coreana che l’aveva coniata, ha cominciato a usarla sistematicamente per identificare una nuova linea di dispositivi da poco sul mercato. Ne parla, ad esempio: Samsung Murders Language With “Fonblet” Name.

Large Display + Portability + Handwriting = Fonblet

Idiosincrasie a parte, fonblet evidenzia alcuni aspetti rilevanti del lavoro terminologico.

Denominazione di nuovi concetti

Quando un nuovo concetto entra nel mercato, come è successo l’anno scorso per i “telefononi”, può succedere che inizialmente coesistano vari termini, popolarizzati da fonti diverse. Chi deve decidere che terminologia adottare ha a disposizione strategie diverse, ad es. può valutare i termini già esistenti e optare per quello che ha più probabilità di  successo e risulterà più familiare ai potenziali utenti, oppure può creare terminologia ad hoc per distinguersi dalla concorrenza (qualche dettaglio in il cloud e la cloud).  

Phablet e fonblet, stesso concetto?

Samsung ha coniato il termine fonblet circa un anno fa; allora era stato interpretato come sinonimo di phablet ma ora si scopre che va invece inteso come un concetto diverso. Presentando la nuova linea di Galaxy Note, Samsung ha identificato i fonblet come
1 – dispositivi mobili (per Samsung portabilità = facilità di portare con sé) con
2 – schermo grande e 
3riconoscimento della grafia (il dispositivo ha in dotazione uno stilo)
Il concetto è stato descritto in relazione ad altri nel sistema concettuale a cui appartiene e la funzionalità 3 è l’aspetto caratterizzante che rende fonblet un iponimo di phablet.

Evoluzione di concetti e termini

L’esempio di fonblet ci ricorda ancora una volta l’arbitrarietà del segno linguistico: non solo etichette diverse per gli stessi concetti o stessa etichetta per concetti diversi, ma in questo caso anche un nome che non consente nessuna associazione alla funzionalità che differenzia il concetto da altri simili. Ci ricorda inoltre che in ambito tecnologico concetti e termini possono subire evoluzioni anche molto rapide che vanno monitorate e richiedono che raccolte terminologiche e glossari vengano aggiornati regolarmente.
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Rimanendo in ambito smartphone, dalla Corea arriva anche il neologismo selca, la versione asiatica di selfie, uno pseudoanglicismo formato da self+camera con un meccanismo di formazione di neologismi che sarebbe insolito in inglese: la mancanza della lettera f fa perdere l’associazione a self, mentre camera di solito viene abbreviato in cam (ad es. webcam) ma macchina fotografica per foto sarebbe in ogni caso una metonimia poco comune in inglese.
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Vedi anche: Samsung Galaxy S, R, W, M o Y?
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5 commenti su “Da phablet a fonblet

  1. Mauro:

    È un po’ di tempo che dedichi i tuoi articoli a parole cacofoniche, ineleganti e soprattutto inutili… perché?
    Il tuo blog è sempre stato uno dei più interessanti e istruttivi del web… fino a qualche tempo fa 🙁
    Saluti,
    Mauro.

  2. Marco:

    Grazie Licia, io trovo invece interessantissimi questi tuoi post 🙂
    Lavoro nel settore ma non avevo ancora incontrato il termine “fonblet” prima d’ora, termine che trovo però davvero orrendo (e in questo concordo con Mauro).
    Rispetto a fonblet, phablet suona quasi come una poesia (sto volutamente esagerando, ma fonblet proprio non si può sentire).

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