caramel ≠ caramella

In inglese caramel può essere il caramello oppure un dolciume dalla consistenza morbida, ottenuto facendo bollire zucchero, burro e latte e simile alle caramelle mou. Gli altri tipi di caramella*, ad es. alla frutta o altri gusti, in inglese non si chiamano caramel ma si possono descrivere genericamente come sweet (UK) o candy (USA).

Fatta questa premessa, come chiamereste in italiano le Lard Caramels, preparate con grasso di maiale, zucchero, panna e aromi (“melty, meaty sweetness that blows the mind”)?

Boccalone Lard Caramels

Qui si trova un’altra descrizione: “The lard leaves a greasy film on your fingers that you must immediately lick off… The caramels look remarkably like bacon drippings, there are little particles of pig suspended within. These are absurdly delicious, sticky sweet, salty and rich”.

Un dettaglio dove si vedono alcuni “granelli di maiale”:

lardiness (dettaglio)

Mmmhhh!

* In italiano si può chiamare caramella anche una preparazione salata, ad es. pasta ripiena, quando nella forma ricorda una tipica caramella incartata. Lo chef inglese Jamie Oliver in questi casi usa la parola italiana e spiega “Caramella means ‘sweetie’ in Italian, and the finished pasta looks like a sweetie in its wrapper”.
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Vedi anche: Pastachetti, Soffatelli, gelato Boccalone Prosciutto per un altro esempio di prelibatezze made in USA.

16 commenti su “caramel ≠ caramella”

  1. Stefano:

    “Bon-bon al lardo e caramello”. In Boccalone ci lavora anche Chris Cosentino, celeberrimo interprete del “nose to tail eating” che va di moda fra i foodie più agguerriti. Quindi, c’è da ringraziare che non abbia usato milza, animelle o altre prelibatezze!
    Ciò detto: storicamente, quando si ammazzava il maiale si raccoglieva in fretta e furia il sangue per fare il sanguinaccio che, nelle declinazioni meridionali, era dolce. Raccolgo da Wikipedia:
    Nella cucina lucana esistono diversi tipi di sanguinaccio a seconda delle zone. Nella zona del Vulture, viene preparato con l’aggiunta di cioccolato fondente, vaniglia, cacao amaro e cannella. Vi è un’altra variante regionale che è composta da friselle tritate, biscotti secchi, riso, miele, caffè, cioccolata fondente e uva sultanina.
    Nella cucina campana, (ru sanguanatu) viene preparato aggiungendo al sangue, riso, cacao,pinoli, bucce d’arancio,uva passa. Mangiato freddo a fette a mo di dolce o riscaldato in padella o sulla brace.

  2. Licia:

    @Stefano, e da qualche parte so che mangiano anche le orecchie di maiale candite…

    In Irlanda nelle colazioni dei B&B non mancava mai il black pudding, una specie di sanguinaccio, ma mi sono sempre guardata dall’assaggiarlo (è comunque salato, non dolce). Meno frequente ma altrettanto tipico il white pudding. Ero convinta che fosse fatto con i globuli bianchi (chissà mai chi me l’aveva raccontato!) ma guardando su Wikipedia ho scoperto che invece non c’è neanche una goccia di sangue: White pudding is very similar to black pudding, but does not include blood. Consequently, it consists of pork meat and fat, suet, bread, and oatmeal formed into the shape of a large sausage.

    Tornando all’argomento del post, la tua proposta bon-bon mi piace molto, non so però se le lard caramel abbiano anche il sapore di caramello (inteso come zucchero scaldato a 200 °C). Ammetto però di non avere idea di che gusto abbiano le caramelle mou “italiane”, in effetti può anche darsi che non le abbia mai assaggiate (ero una bambina anomala: non sono mai stata minimamente interessata alle caramelle neanche da piccola e se me ne regalavano le davo subito a chi era più goloso di me).

  3. Stefano:

    Ci ripenso: “bon-bon di caramello al lardo” mi pare meglio descrittivo (se non diretto come “lardamelle” ;-)).
    Lo zucchero può essere caramellato da solo (usando un goccio d’acqua come starter), nel latte (la mou) oppure in un grasso – di solito il burro, non mi far pensare alla Tarte Tatin che mi viene fame e sono a dieta. Queste tecniche di solito non permettono al caramello di scurirsi più di tanto, quindi prevengono i sentori amari che possono esserci nel caramello scuro. Potrei scommettere che questi affari sanno di caramella mou con un leggero tocco suino – abbastanza da dare ricchezza ma non da stomacare. Nel lardo si friggono meravigliosamente le frittelle di mele e, garantisco, non prendono sapore di maiale neanche di striscio!

  4. Licia:

    @Stefano, quindi tu le mangeresti? 😉 Scherzi a parte, sicuramente chi le ha ideate sarà riuscito a bilanciare bene i sapori, e d’altronde anche molti dolci italiani richiedono (richiederebbero?) l’uso di strutto, che sempre suino è.

  5. Rose:

    Tra lardo e sanguinaccio, mi avete messo in crisi! Bleah! Eppure, chissà quante robe strane mettono nei cibi che acquistiamo… A volte, è meglio non saperlo.

  6. Stefano:

    Io non le mangerei perché sono a dieta e perché, comunque, sono tendenzialmente contro il “si poteva fare e ho trovato il modo di farlo”, ma non mi riempiono di disgusto. Non mi piacciono un sacco di cose, puoi definirmi tranquillamente uno difficile da invitare a pranzo; ma nessuna è perché mi faccia senso come idea, è proprio perché non me ne piace il sapore o la consistenza. Ad esempio, il black pudding fatto bene non mi piace perché il sapore ferroso/fegatoso del sangue non lo reggo; ma il black pudding che trovi di solito qui a Boston (all’acqua di rose, anche se la maggioranza degli anglosassoni locali sono irlandesi) non mi crea nessun problema

  7. Licia:

    @Stefano, anche secondo me la consistenza è fondamentale, e guardando le foto qui sopra ho proprio pensato “chissà che brutto effetto fa addentare questa roba” (a proposito, ho ricordo netto di due pietanze che da piccola mi disgustavano, e una di queste è il fegato, proprio per la sua consistenza, che ricordo ancora benissimo, a differenza del sapore che credo di avere dimenticato del tutto).

    @Silvia, vero, Boccalone rimarrà per sempre impresso nella mia mente (anche per altre associazioni), e spero che non saltino fuori altri prodotti perché non so se riuscirei a trattenermi…!!!

  8. Ilaria:

    Dovessi tradurle, più che con “caramels” avrei difficoltà con “lard”, perché mi sembra che “lardo” connoti un qualcosa di leggermente diverso, non dal punto di vista della sostanza quanto da quello della tradizione (penso al lardo di Colonnata…), della preparazione (il sale, le erbe) e dell’uso (la fettina sottile che si scioglie sul pane caldo…). Mi sembra insomma che in queste caramelle più che altro ci sia strutto, in passato molto usato anche da noi nella pasticceria casalinga.
    Per quanto riguarda “caramels”, le mou polacche per esempio vengono tranquillamente definite caramelle. Ma non si era adottato anche “toffee” (non ricordo, per me sono sempre state “caramelle mou”)?

  9. Licia:

    Grazie Ilaria, hai fatto bene a sottolinearlo: lard e lardo sono potenziali falsi amici e per questo negli ingredienti ho usato un generico “grasso di maiale”. Devo anche ammettere che la differenza tra strutto, sugna e lardo (a parte quello di Colonnata) non l’ho mai capita bene…

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