La cervicale e altri disturbi “culturali”

Gli inglesi hanno cognizioni abbastanza vaghe dell’anatomia umana, vengono abituati fin da piccoli a rispondere sempre “Fine, thank you” alla domanda “How are you?” e a minimizzare ogni sintomo: forse per questo sono immuni ai malanni italiani?

raffreddoreÈ la divertente conclusione di How to avoid getting ‘hit by air’ in Italy, in cui la corrispondente da Bologna della BBC racconta di disturbi tipici italiani che sono sconosciuti agli inglesi, tra cui la cervicale* e il famigerato colpo d’aria.

Gli inglesi ignorano anche alcuni comportamenti che, come tutti ben sappiamo, sono fondamentali per evitare problemi di salute: non fare mai il bagno dopo mangiato, non uscire con i capelli bagnati, non stare nella corrente, mettere la maglia della salute e coprirsi bene (essenziale la sciarpa!).

Strano però che non venga nominato il temibile blocco della digestione, un problema che una guida turistica finlandese mia amica classifica come “esclusivamente italiano”. 

I francesi invece soffrirebbero soprattutto di crisi di fegato (crise de foie) e di gambe pesanti (jambes lourdes), pure queste sconosciute agli inglesi. Tra i tedeschi continuano a essere diffusi i problemi di circolazione (Kreislaufprobleme o Kreislaufstörungen). E chissà cos’altro affligge le persone di altri paesi! 
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* A proposito di cervicale, avete notato che nelle lamentele di disturbi comuni ha sostituito quasi del tutto il volgare torcicollo?


Vedi anche: i commenti in XOXO: baci e abbracci (in paesi di lingua inglese diversi, risposte diverse a How are you?).

10 commenti su “La cervicale e altri disturbi “culturali””

  1. Silvia Pareschi:

    Grazie Licia, è una questione di cui discuto spesso con amici e marito stranieri. Il blocco della digestione è particolarmente sbeffeggiato: pare che nessuno si preoccupi della buona riuscita della propria digestione quanto gli italiani!

  2. Licia:

    @Silvia, scendendo più in basso, anatomicamente parlando, ho spesso discusso con un mio amico tedesco, medico, che nega categoricamente che il raffreddamento repentino dell’addome possa avere le spiacevoli conseguenze che non sto qui a descrivere perché sappiamo tutti di cosa sto parlando…

  3. Mara:

    Ciao Licia,

    ieri ho iniziato la domenica ridendo, grazie all’articolo della BBC. Una sola nota al volo: per me cervicale e torcicollo sono due cose ben distinte. Per te combaciano?

    M

    (La mitica cervicale è per me associata al mal di testa, non al collo.)

  4. Licia:

    @Mara, no, anche per me sono due cose diverse (per quanto ci sia stato un lungo periodo quando per colpa della “cervicale” mi svegliavo sempre con il collo rigido e completamente bloccato, e quindi coincidevano). Mi sembra però che le raccomandazioni generiche di evitare la corrente, di non uscire con i capelli bagnati ecc. che una volta erano seguite da “sennò ti viene il torcicollo” oggi si siano trasformate in “sennò ti viene la cervicale”. O forse il torcicollo non ce lo prendiamo più proprio grazie a queste precauzioni che seguiamo rigorosamente perché ormai fanno parte del DNA italiano, ma dalla cervicale non c’è scampo perché stiamo seduti tutto il giorno davanti al computer?!?

  5. Rose:

    Non sapevo si trattasse di disturbi ‘culturali’ 🙂 anche perchè vengo da una scuola, quella di mia madre, che ironizzava bonariamente su ogni nostro malessere dicendo: “Tre giorni prima di morire, viene quel dolore lì. Aspetta tre giorni, se non sei morto, va’ dal medico”. Bisogna dire che la regola dei tre giorni funziona quasi sempre, perché in quell’arco di tempo qualunque malanno che non sia proprio grave di solito migliora.
    Con queste premesse, non posso dire di essere realmente consapevole che gli Italiani siano così attenti alla propria salute o che gli Inglesi lo siano poco. Davvero in Inghilterra non si prendono il torcicollo, in mezzo a una corrente d’aria? (a casa mia si chiamava “contr’aria”) 🙂

    A proposito, anch’io credevo che il torcicollo venisse da un colpo d’aria o da un movimento repentino e che la cervicale avesse motivazioni più profonde e fisiologiche. Una piccola ricerca mi ha detto che anche il torcicollo, inteso come irrigidimento doloroso dei muscoli, può venire da problemi a livello cervicale… le due cose dunque possono essere interscambiabili. Certo è che di torcicollo si sente meno parlare, al giorno d’oggi.

  6. Licia:

    @Rose, in generale gli italiani hanno una padronanza della terminologia medica maggiore rispetto agli inglesi, anche perché, soprattutto per l’anatomia, spesso l’inglese ha due o più parole, diverse nel lessico comune e nell’inglese scientifico, mentre in italiano coincidono. Alcuni esempi:

    inglese standard inglese scientifico italiano
    gullet oesophagus esofago
    kneecap patella / rotula rotula
    windpipe trachea trachea
    voice box larynx laringe

    Anche i nomi degli specialisti possono essere specifici in italiano e generici in inglese, ad es. l’oculista è comunemente descritto come eye specialist. Aggiornamento: dettagli nel nuovo post Terminologia medica inglese e italiana.

    Quando vivevo in Inghilterra non avevo mai avuto bisogno del medico ma in Irlanda sì, ed ero arrivata alla conclusione che gli irlandesi “meno sanno, meglio stanno”. I medici non danno alcun dettaglio, non usano terminologia medica neanche se viene loro esplicitamente richiesto e non fanno vedere i risultati delle analisi (che vengono spedite direttamente al medico). Io avevo dovuto appellarmi proprio alle differenze culturali per riuscire ad avere i risultati di alcuni esami e poter avere conferma che era stata sbagliata la diagnosi…   

    A proposito, nel titolo del post ho scritto “culturale” tra virgolette perché in psichiatria esiste un vero disturbo denominato sindrome culturalmente caratterizzata (in inglese culture-bound syndrome) che “si riferisce a modalità ricorrenti, caratteristiche di certe regioni, di comportamento aberrante e di esperienza disturbante che possono essere o meno collegabili a qualche particolare categoria diagnostica” del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.

  7. Rose:

    Giusta la faccenda delle parole scientifiche di origine latina e quindi chiare per noi e ostrogote per gli Inglesi. C’è un po’ di giustizia a questo mondo! 😉
    Meglio non ammalarsi da quelle parti, comunque, se sbagliano diagnosi e non ti danno i risultati degli esami. Non lamentiamoci sempre della malasanità italiana… già, ma per loro è normale (non venire informati, voglio dire, non il ricevere diagnosi sbagliate).

    Ho trovato molto interessante il link sulla sindrome culturalmente caratterizzata. Grazie. 😀 Alcuni nomi sembrano buffi, finchè non si leggono i sintomi. O_O

  8. Licia:

    aggiungo un commento che mi ha mandato Alfredo, un amico messicano che vive in Irlanda:

    Actually, in Mexico I think we have a version of the Italian "hit of air".  People say that you can get it if you leave home with wet hair (from the shower) and if it’s cold outside. Or if it’s warm at home and cold outside  you can get that. People say "te va a dar un aire" or "ten cuidado, no te vaya a dar un aire". So basically you "get an air" hahaha. And getting an air involves your neck or part of your face getting paralysed. So it is actually quite a horrible disease and everybody’s afraid of it. But despite that I don’t remember knowing of a single person who has got an air, in Mexico or elsewhere.

    There’s also an Irish disease: "the lergy". It’s a supposed sickness that you get but it doesn’t have specific symptoms. I think people just use it for a variety of things, varying from feeling very lazy or a bit depressed to having a mild cold.

    Lergy (o lurgy) è una parola colloquiale a cui vengono attribuite diverse possibili etimologie, come si può leggere in Wikidictionary.

  9. Rose:

    “I don’t remember knowing of a single person who has got an air, in Mexico or elsewhere.”

    Why then, they called Buenos Aires with that name?

    Ossignùr, questa non fa proprio ridere, lo so.

    Mi sono letta diligentemente “lurgy” su Wikidictionary e ho scoperto che la “g” è dura. Buono a sapersi, perchè io ce l’ho spesso. 😉

  10. When in Rome… | Falena:

    […] Google Translate), you can read two interesting posts about the terminological ramifications of these cultural differences: La cervicale e altri disturbi “culturali” and Terminologia medica inglese e italiana. Licia is my fave Italophone linguist blogger […]

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