Irlanda: “the black stuff” anche di venerdì santo

Mi piace seguire cosa succede in Irlanda, dove ho vissuto alcuni anni.

La settimana scorsa c’è stato un evento storico: venerdì (Good Friday*), in occasione di un’importante partita di rugby giocata a Limerick, per la prima volta nella storia della repubblica irlandese è stato concesso un permesso speciale per tenere aperti i pub e servire alcoolici, nonostante pareri contrari di Garda e clero.

Some pubs have plenty of bite but no booze - The Irish Times

Una legge del 1927 (Intoxicating Liquor Act) proibisce infatti la vendita di alcoolici il giorno di Natale e il venerdì santo, che sono quindi “dry day”.

Finora non c’erano mai state deroghe ma anche a Dublino un paio di pub hanno potuto aprire, però solo per servire cibo e bevande non alcooliche, quindi niente Guinness (the black stuff!).

Dettaglio curioso: in Irlanda, nonostante la notevole influenza della chiesa cattolica, ci sono solo quattro feste religiose (San Patrizio, lunedì dell’Angelo, Natale e Santo Stefano) e il venerdì santo è un normale giorno lavorativo: non sarà un caso che buona parte dei pub aperti venerdì a Dublino fossero in zone con aziende e uffici, ben lontane dal centro. E forse anche quest’anno ci sarà stato qualche ignaro turista costretto suo malgrado al digiuno…

Molto irlandese anche un titolo dell’Irish Times dopo la storica decisione, ‘You’d swear we were after winning an All Ireland’: qui c’è un riferimento a un’importante finale di calcio gaelico nota come All Ireland e un esempio del cosiddetto Hiberno-English (o Irish-English), la costruzione be after doing something, molto comune nella lingua di tutti i giorni per descrivere un’azione appena compiuta (we were after winning equivale a we had just won). E qui c’è un esempio dell’uso non sempre standard dell’articolo determinativo: a una domanda sul tipo di pietanze servite il venerdì santo, il proprietario di un pub di Dublino risponde “It is a good day for the fish”, invece un inglese avrebbe detto for fish.

*  L’etimologia di Good Friday non è chiara: secondo alcuni good è sinonimo di holy (ad es. the good book è la bibbia), secondo altri good sarebbe una grafia alternativa di god, usata anche in goodbye, ma ci sono anche altre spiegazioni

 
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