Parla come mangi 3

Post pubblicato il 15 settembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Dal Corriere della Sera, in L’inglese e gli errori: «Aboliamo le regole dell’ortografia», sulla mancata corrispondenza tra pronuncia e ortografia: 

Corriere e spelling

L’errore è poi stato corretto ma è chiaro che il giornalista avrebbe dovuto verificare gli esempi prima di affermare in "amare" invece la e finale si sente: "love" (o sceglierne di meno conosciuti). Eppure la pronuncia dei termini inglesi è facilmente consultabile, ad es. The Free Dictionary permette di ascoltare sia la pronuncia britannica (Br) che quella americana (Am). Altre risorse in Dizionari di inglese online.

In alternativa, il consiglio molto ufficioso che ci veniva dato all’università: trovarsi un romantic interest di madrelingua. Sicuramente la pronuncia di love dovrebbe migliorare. 😉


Riforma (Taccuino di traduzione 2.0) chiarisce come il titolo dell’articolo originale inglese (Let pupils abandon spelling rules, says academic) abbia dato origine a fraintendimenti che sono poi stati propagati nell’articolo del Corriere.

Vedi anche: Parla come mangi 1 e 2


Nel post originale .mau. aveva fatto questo commento:

«adesso che ho letto il brano originale inglese Let’s allow people to omit the misleading final e of have and give (compare save, drive).) ho finalmente capito cosa stava dicendo l’accademico britannico. Il povero corrispondente del Corriere ovviamente non sapeva la differenza tra sillaba aperta e sillaba chiusa (non che io la sappia, intendiamoci, e infatti il mio inglese parlato fa schifo). Però, vivaddio, se uno non capisce una cosa forse sarebbe meglio ometterla, no?»

Avevo aggiunto queste considerazioni: 

All’inizio non ho capito bene neanch’io con il suggerimento relativo alla lunghezza delle vocali (Drop the final e from words if the preceding vowel sound is short: Give becomes giv but love remains love). Se love /lʌv/ avesse una vocale lunga immagino sarebbe indicata in trascrizione fonetica con quella specie di due punti.

Poi mi è venuta in mente la storia di the magic e, un trucchetto che viene insegnato ai bambini inglesi per imparare a leggere e scrivere correttamente le parole. La e in finale di parola di solito è muta ma nell’ortografia indica che la vocale precedente si pronuncia come si pronuncia la vocale nell’alfabeto. Più facile spiegare con qualche esempio:

pan /pæn/    ma    pane /peɪn/
bit /bɪt/         ma    bite  /baɪt/
cut /kʌt/       ma    cute /kju:t/

Credo che ai bambini venga insegnato che le vocali del secondo caso, con la magic e, sono long. Quindi, tornando all’esempio dell’articolo, avrebbe senso eliminare la e finale da give perché non segue la regoletta della magic e… però non capisco ancora l’esempio di love!!!

Probabilmente bisogna essere di madrelingua inglese e aver fatto le scuole in UK per capire fino in fondo.

Non ho mai studiato glottologia, ma aggiungo che la voce Silent e in Wikipedia dà molte informazioni sulla e finale e fa riferimento al concetto di long vowel e short vowel. Nella sezione Truly silent e  fa proprio l’esempio di give e love che però considera foneticamente simili…  

.mau. aveva poi aggiunto un altro commento:

«i miei ricordi si basano su qualcosa che accennò il mio professore di inglese al liceo, e quindi parliamo di più di venticinque anni fa :-(  L’idea era appunto quella dei due suoni (lungo come quando la si pronuncia nell’alfabeto, e breve più sfumato) della vocale, e la sillaba lunga era quella con due consonanti (oppure con la e muta, appunto). La o di love non si pronuncia /oʊ/ perché la f dell’Old English non voleva l’allungamento; infine si pronuncia /ʌ/ e non /o/ perché in Old English c’era una u (lufu)e non una o.  Detto tutto questo, le regole di pronuncia dell’inglese sono casuali, IMNHO.»

Nel frattempo avevo contattato una collega americana che ha insegnato inglese e a quanto pare l’esempio give/love non è chiaro neanche per una persona madrelingua, perlomeno americana. La sua risposta:

«When I learned spelling and reading here in US, they talked about long and short vowels.

We were taught in school that if an e follows the next consonant, then the vowel is long (eg bride, trite, tile), except for many words such as give. And we learned the dictionary symbols for long and short vowels so we could look up and sound out words we had never heard, because there was really no other way to be sure. Other than asking an adult who knew the word.

So I have an idea about what they are talking about in the article, but I don’t understand some examples.

In my dialect, love has a short o, so by their rule, it would be lov. Or does the “but” mean they will make an exception for the VIP word “love”??? The long o sound is in “low” (for me, these are 2 different o sounds).

Perhaps the article was not edited very well.»