Gestione della terminologia e localizzazione

Pubblicato in settembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia


La gestione della terminologia nella localizzazione ha subito un’evoluzione negli anni, sia nelle modalità che nelle fasi del ciclo del prodotto in cui avviene.

ciclo di vita del prodotto e gestione della terminologia

Inizialmente si compilavano semplici liste di termini in una fase abbastanza avanzata della localizzazione, spesso quando lo sviluppo del prodotto era ormai terminato; in seguito si è passati a glossari bilingue con definizioni, di solito creati all’inizio della localizzazione. Questo approccio è reattivo: la nuova terminologia viene documentata in base alle necessità di traduzione.

Il modello attualmente usato da Microsoft e da altri importanti produttori di software identifica invece la maggior parte della nuova terminologia nella fase di sviluppo, prima dell’inizio della localizzazione e in stretta collaborazione con i team responsabili del prodotto. Ai termini inseriti nel database terminologico sono associati metadati, indicazioni d’uso, contesto e informazioni sulle relazioni tra i termini che aiutano ad effettuare ricerche terminologiche più mirate ed efficaci nelle lingue di arrivo. Si procede poi con la denominazione dei termini nelle lingue di localizzazione (“traduzione” dei termini), privilegiando quindi un approccio cosiddetto proattivo che consente risparmi in termini di risorse e costi e garantisce migliore coerenza e qualità.

Non è comunque possibile identificare tutta la terminologia di un prodotto nella fase di sviluppo, in quanto il software può subire modifiche anche in fase di testing. Anche in un modello proattivo le attività terminologiche continuano durante la localizzazione e possono proseguire dopo il rilascio, prima che inizi un nuovo ciclo di vita del prodotto, ad esempio per identificare eventuali incongruenze incorse nella localizzazione e che verranno risolte nella versione successiva.

4 commenti su “Gestione della terminologia e localizzazione”

  1. Michele:

    Scusa se non entro proprio nel merito del tuo post (per inciso, ho scoperto oggi questo blog… molto molto interessante), vorrei solo sapere se il diagramma in cima all’articolo e’ stato realizzato con un tool online. Grazie.

  2. Licia:

    @Michele: scusa se rispondo solo ora ma in questi giorni sono pochissimo online. Ho usato un elemento grafico SmartArt di Office 2007 che poi ho personalizzato per una presentazione di PowerPoint.

  3. Michele:

    Non c’era bisogno di giustificarti, davvero. 🙂

    Immaginavo ci fosse di mezzo Office e PP in particolare (ci mancherebbe, visto il tuo curriculum). Pare incredibile, ci sono un sacco di servizi in linea che consentono di tracciare qualunque sorta di grafo immaginabile, ma nessuno fa al caso nostro.
    Grazie mille lo stesso.

  4. elisabetta traduttrice professionale:

    Un data base terminologico deve essere creato secondo i bisogni di ogni attività e viene utilizzato per tutte le traduzioni del cliente. Il suo corretto utilizzo garantisce il totale rispetto della terminologia interna e del vocabolario inerente all’area di tecnica. Tale memoria di traduzione è sinonimo di tempi di consegna più rapidi ma anche di traduzioni più omogenee e di costi più ottimizzati. Le mie soluzioni tecniche sono compatibili con tutti i sofware utilizzati abitualmente. Non tutti i traduttori accettano pero’ di fare delle memorie di traduzioi diverse x ogni cliente ma ne fanno una unica che li favorisce ma sfavorisce i clienti e le agenzie di traduzioni.

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