Quando si apprezza un libro (e altro)

Citazione: “Capisci di aver letto un buon libro quando giri l’ultima pagina e ti senti come se avessi perso un amico” – Paul Sweeney

Quando ho letto questa citazione, ho pensato fosse un frase tradotta ancora prima di arrivare al nome dell’autore, che me l’ha confermato.

Ho recuperato il testo originale: “You know you’ve read a good book when you turn the last page and feel a little as if you have lost a friend.”

Per esprimere apprezzamento per una lettura che mi ha dato piacere, come penso intenda l’autore della citazione, in italiano direi un bel libro. Riserverei un buon libro a un testo che ritengo utile o che è ben scritto.

In inglese, invece, in entrambi i casi si può dire a good book.

In inglese good e bad, in italiano bello e brutto

All’aggettivo del lessico fondamentale inglese good non sempre corrisponde l’italiano buono. Non si tratta solo di collocazioni: per dare una valutazione positiva che esprime un giudizio personale in italiano tendiamo a privilegiare bello. Allo stesso modo, una valutazione negativa in inglese di solito è espressa da bad, in italiano invece spesso da brutto.

Generalizzando, in italiano usiamo bello non solo per sensazioni visive e uditive molto gradevoli ma anche per effetti e altro che ci colpiscono piacevolmente, mentre buono si usa per sensazioni gustative e olfattive e per esprimere apprezzamenti morali o per descrivere qualcosa che è realizzato bene o che vale la pena di fare (cfr. bella idea vs buona idea).

Alcuni esempi di good / bad in inglese vs bello / brutto in italiano, anche in usi figurati:

good film bel film
bad accident brutto incidente
good speech bel discorso
good weather bel tempo
bad experience brutta esperienza
good opportunity bella occasione
good looking bello (di bell’aspetto)
good question bella domanda
too good to be true troppo bello per essere vero

C’è chi ritiene che, a parità di contesto, la differenza tra l’inglese good e l’italiano bello non sia solamente lessicale ma rifletta anche l’importanza dell’estetica nella cultura italiana.


Vedi anche: Binomi lessicali italiani e inglesi (stesse espressioni, ordine diverso)


7 commenti su “Quando si apprezza un libro (e altro)”

  1. Mauro:

    Io personalmente in italiano ho sempre usato “un bel libro” e “un buon libro” come espressioni quasi intercambiabili.
    La differenza tra le due io la vedo in termini di oggettività.
    “bel” lo uso più soggettivamente, “buon” più oggettivamente.
    Ma ribadisco: è l’uso che ne faccio io, non qualcosa che ho preso da chissà quali regole o indicazioni.

  2. Licia:

    @Mauro, va sempre tenuto presente che usiamo la nostra lingua “istintivamente”, non in base a particolari regole o indicazioni che sono piuttosto artificiali e utili solo per sistematizzare o per descrivere meccanismi a chi invece una lingua la sta imparando. Poi va considerato che tu vivi all’estero da tempo e quindi alcuni tuoi usi potrebbero subire l’interferenza delle altre lingue che parli quotidianamente.

  3. Gianmaria

    Giusto per rimarcare quanto dice Licia: anch’io quale residente all’estero di lunga data (terra francofona) mi rendo conto di incappare sempre piu’ frequentemente in costruzioni anomale della frase: per esempio a frase fatta mi accorgo di aver messo l’aggettivo in posizione bizzarra 🙂 No, non e’ spocchia la mia!

    Pensavo a questo fatto proprio qualche giorno fa chiedendomi se sarei ancora un insegnante di lingua affidabile 🙂

    Ma te Licia non soffri di questa interferenza?

  4. coccio:

    Buongiorno a tutti.
    Da italiano residente in Italia confermo di avere le preferenze che ha Licia: bello se mi piace, buono se mi serve.
    Fermo restando che alcuni libri sono belli e buoni!

    Coccio

  5. granmadue:

    Non credo di essere d’accordo. Relativamente alle sole considerazioni circa “un buon libro”, intendo. Tutto il resto – inclusi i due elenchi in parallelo good/bad vs. bello/brutto – mi pare ineccepibile.
    Mi risulta che l’espressione “un buon libro” sia ampiamente diffusa nella lingua italiana, senza che “buon” sia necessariamente associato al concetto di “utilità”. A me, perlomeno, è capitata di leggerla, sentirla e anche utilizzarla numerose volte, col significato di lettura piacevole e, nello stesso tempo, di qualità non bassa. Credo si possa dire che di norma venga utilizzata non in riferimento ad un titolo in particolare (in questo caso, in effetti, “un bel libro” è preferito in maniera pressoché esclusiva), ma in generale, ovvero rimanendo in un certo senso nel vago.
    Se eseguo su Google due ricerche, una per “un bel libro” e una per “un buon libro”, il numero dei risultati nel secondo caso è superiore del 30 percento rispetto ai risultati del primo caso. Potrebbe non voler dir nulla, certo; tuttavia tendo a credere che, se il significato di “un buon libro” fosse circoscritto ai soli significati di “utile” o “ben scritto”, la proporzione tra le due occorrenze sarebbe almeno ribaltata.

  6. LucaGras:

    Forse sento anch’io l’influenza dell’inglese, ma “buon libro”, “buon film”, “buon discorso” e soprattutto “buona occasione” e “buona domanda” (quest’ultimo lo uso regolarmente) non mi sembrano affatto innaturali.

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