Il Ministero del Lavoro insiste sui “riderS”

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato un comunicato stampa su un argomento di cui si era discusso molto lo scorso giugno:

Ministero del Lavoro: pronta la norma per i riders. Definita la norma che regolerà il contratto di lavoro dei moderni ciclofattorini.   Contenuti correlati: prosegue la concertazione, nuove intese per il contratto 

Si può notare che vengono usate due diverse parole per descrivere i lavoratori che usano la propria bicicletta per fare consegne a domicilio, in particolare di pasti pronti ordinati attraverso apposite piattaforme o app dedicate. 

Prevale l’anglicismo rider ma nel riferimento specifico alla nuova norma è usato anche il neologismo italiano ciclofattorino (parola nuova per un concetto nuovo: non è chiaro perché le sia stato associato l’aggettivo moderno!).

Precisione terminologia

Mi pare che i funzionari del ministero non abbiano molta familiarità con un principio fondamentale del lavoro terminologico, un concetto un termine, essenziale per identificare in modo univoco un concetto specifico, differenziarlo dai concetti correlati ed evitare ambiguità.

Governo e istituzioni hanno il dovere di garantire chiarezza e precisione nelle comunicazioni con i cittadini. Se sono disponibili più alternative, va sempre privilegiato un unico termine, dando priorità a terminologia trasparente che non richieda spiegazioni e che sia coerente con il lessico già in uso.

In Rider? Meglio in italiano! ho già dimostrato che rider è un anglicismo superfluo e poco preciso, oltretutto spesso confuso con raider (anche dal ministero!). La scelta istituzionale dovrebbe essere ovvia: va preferito ciclofattorino e abbandonata l’alternativa inglese.

Ricordo in ogni caso che in italiano i forestierismi rimangono invariati al plurale. La forma *riders, ricorrente sul sito del ministero, è un errore: si scrive sempre rider, senza s finale.

Food delivery?

Un altro dettaglio dal comunicato del ministero:

Dettaglio sulla norma firmata dal ministro Luigi di Maio: Entro marzo, ai lavoratori che effettuano consegne per conto delle app di food delivery, saranno assicurati tutele su malattie, infortuni e paga minima.

Anche food delivery è un anglicismo superfluo: gli operatori del settore in varie interviste hanno descritto l’attività delle loro aziende come consegna del cibo a domicilio, quindi non c’è motivo per cui il ministero debba invece privilegiare l’inglese.


Vedi anche:
♦  rider ≠ raider
♦  Rider? Meglio in italiano!
♦  Elenco di anglicismi istituzionali 
♦  Le comunicazioni istituzionali e il rischio dell’inglese farlocco