Precisione tedesca esagerata!

Cartello visto a Berlino, sul marciapiede di fronte all’entrata di un cortile (Hof) dove si trova il ristorante pubblicizzato:

foto del cartello con freccia rossa con il testo “26,8 m im Hof”

Il dettaglio che ha attirato la mia attenzione è la distanza indicata nella freccia rossa: esattamente 26,8 metri!

Non capisco la logica di questa scelta: per chi passa e guarda di sfuggita, il decimale non conferisce alcuna informazione utile e rende il numero meno comprensibile. Costringe a fare un rapido arrotondamento per avere un riferimento pratico della distanza, un’informazione che invece è immediata se si usa la cifra tonda 30 m.

Conversioni troppo precise

L’esempio berlinese è inaspettato perché, per quanto improbabile, sembra una traduzione superficiale da un’altra lingua con un sistema di misura diverso da quello metrico.

Di solito numeri troppo precisi come 26,8 m sono il risultato di conversioni tra sistemi di misura che non tengono conto della funzione del numero, e cioè se va fornita un’indicazione generale o una misura esatta. Ne ho discusso in uno dei miei primi post, Problemi di conversione (e di localizzazione), con esempi di distanze in origine in miglia e di altezza di persone espresse in metri.

In La localizzazione dell’iceberg antartico ho descritto alcuni termini di paragone per superfici molto estese, efficaci solo con un adattamento culturale. Nei commenti a Localizzazione: inglese internazionale ci sono altri esempi di conversioni inadeguate perché troppo precise, tra cui questo:

immagine di un razzo e descrizione “il secondo stadio inferiore subentra a cinquemila miglia all’ora (8.046,72 km/h)”

Infine, in Numeri per parlare alcuni riferimenti a diversi tipi di approssimazione e indeterminatezza espressi dai numeri.

13 commenti su “Precisione tedesca esagerata!”

  1. Elio:

    Vivo nel Nord-Est e dalle mie parti durante il fine settimana non è così strano trovare austriaci che vengono a fare la spesa al supermercato.
    Quando sono al reparto salumi ordinano (in buon italiano) sempre quantità PRECISE come “duecentocinquanta grammi” di prosciutto al contrario di noi altri che chiediamo INDICATIVAMENTE “due etti e mezzo”

  2. Mauro:

    Però non vedo da dove possa venire una conversione da altre unità di misura: a Berlino (e in Germania) il sistema metrico-decimale è in uso da (quasi) sempre e nel caso in particolare non può essere una traduzione da cartello estero o simili.
    Io propendo per un’altra spiegazione: credo che abbiano calcolato con un contapassi o qualche sistema GPS (che ti danno misure precise) e poi hanno riscritto “pappagallescamnte” la misura che hanno visto sul display.

  3. Mauro:

    @ Elio
    L’indicazione in etti in tedesco non esiste, la precisione non c’entra: si passa dai grammi ai chili.
    Anche quando vuoi indicare una quantità approssimata dici “circa duecentocinquanta grammi”.
    Del resto anche “due etti e mezzo” è una quantità precisa e non indicativa. Indica esattamente 2,5 etti, cioè 250 grammi.

  4. Licia:

    @granmadue, sarà un negozio gestito da tedeschi! 😉
    (ho aggiunto la foto direttamente al tuo commento così non occorre andare sul sito per vederla)

    @Mauro infatti anche secondo me non è possibile che 26,8 sia il risultato di una conversione! Invece ti devo dare torto sul “Del resto anche “due etti e mezzo” è una quantità precisa e non indicativa” perché in un contesto italiano il peso espresso in etti vuol dire circa 250 grammi, quindi è indicativo – non a caso il salumiere pesa quasi sempre una quantità un po’ più abbondante e poi chiede, pro forma, “lascio?” o altra formula di approvazione, e la conferma del cliente è praticamente scontata. Se vuoi 100 grammi esatti devi dire “100 grammi”, se dici “un etto” ti aspetti già che sia un po’ più abbondante.

    Aggiungo l’inizio del capitolo Approssimare con i numeri nelle lingue di Carla Bazzanella da Numeri per parlare:

    Due fagiolini

  5. Mauro:

    @Licia

    Deformazione professionale da fisico: se in laboratorio chiedo 2 etti e mezzo di qualcosa ottengo esattamente 250 grammi. Non 249 o 251 😉

    Comunque, a parte le battute, rimane il fatto che i 250 grammi tedeschi altrettanto “imprecisi” sono. Solo che nel linguaggio comune tedesco non esiste il concetto di etto (certo che la parola esiste, ma esiste di fatto solo sulla carta o in particolari ambiti tecnici).

  6. Mauro:

    P.S.:
    Comunque qui ogni volta che in salumeria chiedo 100 grammi di salame torno a casa con una quantità variabile tra i 105 e 115 grammi se mi serve un salumiere esperto… tra gli 85 e i 95 se mi serve l’apprendista.
    Ma una quantità tra i 95 e i 105 non la ottengo mai 😉

  7. Elio:

    @Mauro Sei fisico, per cui mi pare molto strano che tu non ricordi i (bei) tempi del liceo, dove alle prime lezioni di fisica ti insegnavano come misurare tenendo conto degli errori e della precisione del tuo strumento…
    Nella vta normale* ad esempio io distinguo tra queste due definizioni (che a prima vista sembrerebbero uguali):
    – 1 kilogrammo
    – 1000 grammi
    Il primo identifica una quantità che implica un certo errore (che potrebbe essere anche del 5%)
    Il secondo identifica un valore BEN PRECISO con errore di pochi grammi (max 0.5%).

    *Dipende dal numero di cifre significative.*

    Solo se scrivessi 1.000kg e 1000g allora considererei i valori esattamente uguali!

    *) dipende dall’interlocutore: se ad esempio sono in laboratorio e tutti e due stiamo parlando della stessa cosa…

  8. Giovanna:

    “L’indicazione in etti in tedesco non esiste, la precisione non c’entra: si passa dai grammi ai chili.” Qui in Austria- e anche in Baviera, che io sappia, si usa l’unità di misura “dag” (decagrammo): 10 dag Extrawurst, 20 dag Käse, eccetera. In genere quello che chiedi ti danno, nè più nè meno, e mi pare che sia così anche in Italia, forse dipende più che altro dal tipo di negozio, tutto mondo è paese 😉

  9. granmadue:

    Ipotizzerei un’altra causa della pignolesca precisione di taluni avvisi: è, semplicemente, premeditato. Ovvero, un modo per attirare l’attenzione e, di conseguenza, farsi pubblicità.
    D’altra parte, chi avrebbe mai fotografato, e postato, delle “banali” scritte riportanti valori arrotondati? Viceversa, se passeggiando noto qualcosa che reputo singolare o apparentemente inspiegabile, come minimo mi fermo un attimo in più a pensare con espressione interrogativa, inducendomi così a fissare l’immagine nella mia memoria.
    Della foto che ho postato (a proposito: grazie Licia per l’intervento) ho preliminarmente tagliato la parte superiore, dove compare l’insegna del negozio, cioè il marchio di una delle più note compagnie telefoniche. Ovviamente è stato uno scrupolo mio, non di chi aveva cominciato a diffondere la foto.

  10. Mauro:

    @ Elio

    Hai frainteso completamente il mio intervento. Rileggi e poi ne riparliamo (l’errore di Misura in laboratorio NON è l’imprecisione di cui stiamo parlando qui).

  11. Licia:

    @granmadue, in questo caso escluderei strategie pubblicitarie: il cartello non era in una strada particolarmente turistica e non aveva una grafica accattivante: l’ho notato solo perché ero a una fermata dell’autobus e ho avuto tempo per guardarmi attorno. 😀

    @Mauro, @Elio, se volete continuare la discussione posso mettervi direttamente in contatto tra di voi!

  12. fabio:

    @Mauro @Elio a mio avviso un etto è l’approssimazione di 100g, che è una definizione più precisa. Bisogna vedere di cosa si parla: se si tratta di prosciutto cotto, che siano 98g o 102g sono comunque un etto. Allora, a ben vedere, un etto dovrebbe essere 100.000mg. Ma non mi pare che nessuno si arrabbi se il salumiere affetta 100.235mg.
    Cioè esiste una differenza ininfluente sulla definizione di una grandezza maggiore.
    Ogni grandezza di ordine maggiore è sempre l’approssimazione della sua equivalenza in grandezza di ordine minore

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