Perché il gelicidio inquieta

Allerta meteo per neve e gelicidio – Da domenica occhio alle neve e al gelicidio – La pianura padana e l’incubo del gelicidio

Le notizie meteo di dicembre 2017 ci avvertono del rischio di gelicidio, il “fenomeno per cui uno strato di ghiaccio, sottile e vetroso, si forma immediatamente su superfici a temperatura inferiore a zero gradi colpite da pioggia”.

È un termine meteorologico che scatena sempre molte reazioni negative. Qualche esempio:

Va bene che il gelo é pericolosissimo,ma addirittura coniare una nuova parola mi pare troppo! #gelicidio 
è un gelicidio per il mondo petaloso
Oramai dopo #petaloso vale tutto, financo il #gelicidio.
Ma perché ci si deve svegliare la mattina e scoprire che qualcuno si è inventato l’ennesima parola cretina e inutile? Ma perché #gelicidio perché…
Lo hanno chiamato "gelicidio" perché chiamarlo semplicemente "inverno" ormai non fa più notizia
@Corriere Che pena, gelicidio!! Ma che parola è ? Ve lo meritate Galli Della Loggia.
Gelicidio?!? Ah, una parola di merda ideata da qualche coglione, tipo "bomba d’acqua".

La rianalisi di gelicidio

Nelle reazioni alla parola gelicidio si notano due fenomeni che mostrano come a volte si faccia un po’ troppo affidamento sulle proprie competenze di parlanti nativi.

1 È diffusa la percezione errata che gelicidio sia un neologismo, mentre è una parola attestata già nel 1320: è una voce dotta dal latino gelicīdiu(m), composto di gĕlu “gelo” e –cidium, da cădere, “cadere”.

2 Avviene un processo di rianalisi, e cioè una reinterpretazione non giustificata o anche errata sul piano etimologico, “spesso consistente in un’arbitraria risegmentazione, o guidata da fattori analogici e da etimologie fantasiose”.

In questo caso le ultime due sillabe di gelicidio vengono interpretate impropriamente come se fossero l’elemento formativocìdio, dal latino –cidium, a sua volta da caedĕre, “tagliare, uccidere”. Nell’italiano contemporaneo il confisso cìdio indica l’eliminazione di uno o più esseri umani, anche in senso figurato, e quindi il presunto uso associato al gelo viene ritenuto scorretto, inopportuno o comunque iperbolico. Qualche esempio:

Oggi è previsto gelicidio, che non so checcazzo sia e a cui approcciero’ con la diffidenza che dedico a tutto il mondo ‘-cidio’.
Ma non stiamo diventando un po’ troppo pessimisti?!?! #gelicidio #ellamadonna
Se però volete creare più allarme vi raccomando #gelicidio. Ricordate, #gelicidio non solo morire col gelo, ma morire perché c’è il gelo.
Gelicidio >>>>>>>>>> femminicidio
I sensazionalisti del meteo coniano nuovo termine bellico : GELICIDIO ma nnate affanculo
maccheccazzo? si chiama ghiaccio, non gelicidio! il gelicidio è l’assassinio del gelo

Nessuno di questi commentatori ha pensato invece a stillicidio, la caduta dell’acqua goccia a goccia e, in senso figurato, la ripetizione continua e fastidiosa di qualcosa di spiacevole. Come gelicidio, anche stillicidio ha avuto origine nel XIV secolo e ha un’etimologia simile: da stĭlla “stilla” e –cĭdium da cădere.

Parole e termini

Nel lavoro terminologico convenzionalmente si distingue tra parole, il lessico che descrive concetti generici usati in qualsiasi varietà linguistica, e termini, che identificano concetti specifici usati in ambiti specialistici. Gelicidio è un termine meteorologico che nel lessico comune potrebbe essere descritto genericamente con pioggia che gela al suolo.

Nei commenti, altri termini e riferimenti tra cui pioggia congelante (o congelantesi) e pioggia sopraffusa, vetrato, vetrone, verglas e in inglese il temibile black ice.

Vedi anche:
Altre parole su neve e gelo, tra cui galaverna e Buran, bora e buriana (nuovo)
Altri fenomeni di rianalisi: Etimitologia 
Visti nelle frasi di esempio: petaloso e bomba d’acqua (ma c’è anche bomba di neve!)


Definizione ed origine di gelicidio e stillicidio dal Vocabolario Zingarelli; definizione di rianalisi dall’Enciclopedia dell’Italiano Treccani.

8 commenti su “Perché il gelicidio inquieta”

  1. Marco[n]:

    Io ricordo di averla sentita chiamare in passato “pioggia congelante”, gelicidio mi giunge nuovo. Prendo atto comunque che non è un neologismo.
    Bisogna però notare che in questi ultimi anni i neologismi in ambito meteorologico “fioccano” 🙂 e anche le iperboli sono quotidiane per cui le reazioni, errate in questo caso, sono comprensibili

  2. Mauro:

    Il problema è che in italiano è una parola equivocabile.
    In tedesco si usa “Blitzeis”, che significa “ghiaccio veloce” ed è inequivocabile.
    Ma sarebbe “ghiaccio veloce” inequivocabile in italiano?
    Boh.

  3. Licia:

    @Marco[n] non sono un’esperta di terminologia meteo ma oltre alla pioggia congelante (o congelantesi) c’è anche la pioggia sopraffusa che Wikipedia descrive come “una precipitazione di gocce di pioggia che cadono da una nube con temperatura dell’aria sotto 0 °C”, e intanto pare che i media italiani abbiano iniziato a usare l’anglicismo freezing rain.

    A questo proposito, concordo in pieno con te che alcuni siti meteo un po’ “disinvolti” in questi anni ci hanno propinato talmente tanti neologismi ad effetto che siamo naturalmente sospettosi verso ogni parola nuova o percepita come tale. Qui nel blog ho varie esempi, in particolare dell’itanglese meteorologico ingiustificato e spesso farlocco che non mana mai nei media italiani:

    Big Snow
    Arriva il fantomatico Blizzard!
    Bomba di neve / bomba bianca
    Come evitare il raggelante Spring Storm
    Ma l’Alpine Plume cos’è?
    Nuove “bombe” di maltempo
    HOT STORM, atmosfere bollenti! 
    Da dove arriva STORM LINE?
    Ci mancava proprio Summer Storm!
    Dai flash flood alle bombe d’acqua
    Anglicismo della settimana: flash storm

    @Mauro, di gelicidio mi pare equivocabile soprattutto l’origine (etimo), una volta che si sa cosa identifica non mi sembra ambiguo. O meglio: pare strana l’”etichetta” – cfr. triangolo semiotico – ma il concetto dovrebbe essere chiaro (anche se, per essere più precisi, gelicidio può indicare sia il fenomeno meteo che il suo risultato, il lastrone di ghiaccio).

    Ci sono inoltre altri termini a cui avevo accennato nei commenti in Galaverna: il lastrone di ghiaccio che si forma per gelicidio sulle superfici è chiamato anche vetrone o vetrato (in francese verglas che invece in italiano viene usato in contesti alpinistici).

    In inglese lo strato di ghiaccio che si forma sulle strade per gelicidio è il pericolosissimo black ice (così chiamato perché è mascherato dal colore scuro dell’asfalto e può risultare invisibile; il termine tecnico è glaze). E a proposito dell’inglese, due risorse molto utili sono METEOTERM, database terminologico multilingue dell’Organizzazione meteorologica mondiale (in inglese e nelle altre lingue ufficiali dell’ONU), e Glossary of Meteorology, compilato dall’American Meteorological Society con oltre 10000 termini e definizioni in inglese.

  4. Andrea:

    Al telegiornale ieri sera hanno parlato di rischio “freezing rain” pronunciato anche molto velocemente, non ero nemmeno riuscito a capire di cosa stessero parlando se non che avesse a che fare con il ghiaccio sulla strada. Ah i bei tempi passati quando pioveva, gelava, nevicava e d’estate c’erano i temporali 😉

  5. Massimo S.:

    Sia come sia, contrastiamo senz’altro i termini stranieri e teniamoci ben stretto lo specialistico “gelicidio”, od anche le più ‘trasparenti’ e abbastanza precise espressioni ‘pioggia congelante’, ‘pioggia (sottinteso che diventa) ghiacciata’, ‘pioggia (sottinteso che diventa)di ghiaccio’ o ‘di gelo’ o ‘gelata’, e simili, che pur richiamano i contestuali fenomeni della pioggia e della formazione di ghiaccio e i pericoli ad essi connessi…
    Oppure coniamo noi, ex novo, e divulghiamo, “pioggelata”, “pioggelo” per indicare tale evento meteorologico: “Avviso agli automobilisti. Pericolo di pioggelo (oppure : previste pioggelate) al valico del Brennero! Prestare la massima attenzione! 🙂

  6. Matteo:

    Termini (bomba, allarme ecc..) coniati tra l’altro in diversi campi e ripetuti all’ossesso, che richiamano alla memoria guerre, pestilenze, crimini e quant’altro creando inconsciamente ansie, diffidenze ma soprattutto paure.
    Tutto serve, in questo “nuovo” modo di comunicare dei media, per far crescere le insicurezze che unite alla paura fanno del popolo un gregge di agnellini facili da manipolare.

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