In Unexpected Opposites Mike Pope descrive alcuni termini inglesi che possono risultare insoliti se non ci si rende conto che sono il contrario (antonimi) di termini già noti.
Nel lavoro terminologico multilingue le coppie antonimiche richiedono una certa attenzione perché in altre lingue non sempre sono disponibili gli stessi meccanismi di formazione delle parole usati in inglese e può essere difficile rispettare la “simmetria” originale.
Nei programmi di scrittura, ad esempio, outdent indica una riga o del testo spostati verso l’esterno rispetto al testo principale: è l’antonimo di indent, il rientro. In italiano di solito si ricorre a rientro negativo (l’ho descritto in È tutto transitivo…).
Outdent non va confuso con unindent, l’annullamento del rientro. Pope fa vari esempi di termini formati con i prefissi un- e de- che in informatica possono indicare sia l’annullamento che il contrario di un’azione, un potenziale problema per la localizzazione che ho delineato in Flessibilità dell’inglese: un–
Sono invece prefissoidi i componenti distintivi usati nella coppia blacklist e whitelist (elenchi di elementi non consentiti, vietati o non approvati, o, al contrario, consentiti o approvati); in italiano si usano sia i prestiti che i calchi lista nera e lista bianca.
Gli antonimi stateful e stateless (di un processo, che monitora o meno lo stato di un’attività) sono stati formati per suffissazione di state. In italiano i due aggettivi hanno un equivalente in con stato e senza stato.
Alla base di copyleft (la possibilità di usare, modificare e condividere contenuti altrui alla condizione che ne venga indicata la fonte e rimangano gratuiti), antonimo di copyright, c’è invece un fenomeno di rianalisi: right indica un diritto e non l’omonimo riferimento spaziale “destra”. Se però si confrontano i simboli che rappresentano copyright e copyleft, si nota che appaiono orientati rispettivamente verso destra e sinistra. In italiano si ricorre ai prestiti copyright e copyleft, poco trasparenti, ma stando a Wikipedia per copyleft talvolta si usa anche permesso d’autore.
Le coppie antonimiche rappresentano quasi sempre concetti coordinati e ci ricordano che i termini non andrebbero mai considerati singolarmente ma sempre analizzati all’interno del sistema concettuale a cui appartengono.