La settimana scorsa è stato dato rilievo a uno studio che dimostrerebbe che il sistema fonologico di una lingua può essere influenzato da fattori geografici come l’altitudine.
Ci sono vari parametri per classificare le consonanti, tra i quali l’organo che genera il flusso d’aria: nelle lingue europee è l’apparato polmonare ma in altre lingue il flusso d’aria può essere generato anche dalla lingua (consonanti avulsive o click) o dalla laringe (consonanti implosive ed eiettive, realizzate con una compressione della glottide; esempi con audio nei commenti).
Dettaglio da Glottalized Consonants in World Atlas of Language Structure
Usando i dati di World Atlas of Language Structure è stato rilevato che la maggioranza delle lingue con consonanti eiettive è parlata in aree con altitudine superiore ai 1500 m.
È stata formulata l’ipotesi che la minore pressione atmosferica riduca lo sforzo di compressione dell’aria nella cavità faringea e renda le consonanti eiettive meno dispendiose da pronunciare e forse privilegiate perché produrrebbero una minore dispersione di vapore acqueo rispetto a quelle emesse dai polmoni, un vantaggio in alta quota dove ci si disidrata più facilmente.
Studi precedenti avevano dimostrato che nelle lingue parlate in climi tropicali e subtropicali prevalgono i foni sonori, soprattutto vocali, che hanno maggiore udibilità a distanza, caratteristica utile per popolazioni che svolgono la maggior parte delle attività all’aperto e in questo modo possono comunicare più facilmente in ampi spazi.
Mi vengono in mente le battute che si fanno sul clima e le lingue dell’Europa del nord: si scherza che vengano privilegiate le vocali anteriori arrotondate, come [y] e [ø], (nell’ortografia tedesca ü e ö), per non dover aprire troppo la bocca e prendere freddo, e che le consonanti fricative palatali e velari sorde [ç] e [x] (in tedesco il grafema ch), e sonore nell’olandese, siano dovute ai raffreddori frequenti e quindi all’abitudine di schiarirsi la gola. Forse non sono solo battute ma c’è un briciolo di verità?!?
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Vedi anche: Dimmi cosa parli e ti dirò chi sei (fattori ambientali, storici, sociali e naturali all’origine della diversità linguistica) e Silbo gomero: comunicare fischiando (a distanza!).
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Nico:
Questa è una specie di Sapir-Whorf fonologica anziché lessicale…
Vedremo se si presterà alle stesse cattive interpretazioni/citazioni/smentite nei prossimi decenni 🙂
@Nico, infatti, il condizionale è d’obbligo e parecchi hanno espresso dubbi su questa teoria, ad es. in Language Log. Proprio nei commenti a Language Log l’autore dello studio ha dichiarato una certa sorpresa per l’attenzione che ha ricevuto nella stampa generalista, però sono proprio questi gli argomenti che colpiscono l’attenzione anche di chi di solito non ha un grande interesse per la linguistica, come fai giustamente notare con il riferimento alla relatività linguistica.