Chi sono i city user di Milano?

foto dal sito del Comune di Milano

A Milano milioni di city user

Ho già espresso le mie perplessità sull’uso di anglicismi nelle comunicazioni ai cittadini ma vorrei aggiungere un altro esempio, da una lettera del sindaco di Milano Giuliano Pisapia che cita le “condizioni difficilissime” di gestione della città e le descrive come

“più difficili per noi che per altri, perché il nostro bilancio contiene anche le ingenti somme destinate ad Expo e i servizi che forniamo ad alcuni milioni di city users[sic]

Ambito d’uso del termine city user

Le parole inglesi city e user hanno un equivalente italiano in città e utente, quindi si deve supporre che l’espressione city user abbia un significato particolare non esprimibile in italiano. Chi conosce l’inglese può inoltre concludere che city user appartenga a un lessico specialistico perché nel lessico comune non è una locuzione con una propria autonomia.

Una rapida ricerca per identificare l’ambito d’uso riserva qualche sorpresa: il termine city user viene usato soprattutto in contesti accademici, ad es. in sociologia, con riferimento a testi in inglese di autori italiani e in particolare a The new social morphology of cities di G. Martinotti che suddivide la popolazione di una città in inhabitants (residenti), commuters (pendolari) e city users (coloro che si spostano in una città per usarne i servizi pubblici e privati: per acquisti, divertimento, turismo, pratiche burocratiche ecc.). City user appare quindi come una scelta terminologica operata da persone non di madrelingua inglese.

Al di fuori di questi contesti, in inglese city user rimane una descrizione generica, ad es. in alcuni studi sulla città di Melbourne identifica un concetto sovraordinato che comprende quattro categorie: resident, worker, student e visitor.

Non si trovano occorrenze di city user in documenti di istituzioni europee o nei database terminologici IATE, TERMIUM Plus e Termdat, una conferma che si tratta di un termine di uso limitato a contesti particolari. 

I diversi concetti di city user per il Comune di Milano

Le occorrenze di city user nel portale del Comune di Milano identificano concetti diversi, nessuno dei quali corrisponde alla descrizione di Martinotti. Alcuni esempi di significati attribuiti a city user: (1) tutti i cittadini residenti, (2) i non cittadini (turisti, studenti, lavoratori e chiunque altro usi i servizi della città), (3) coloro che non sono né cittadini né turisti, (4) chi è in città eccetto i turisti, (5) chi è in città eccetto i milanesi e i visitatori occasionali, (6) chi non fa parte dell’amministrazione comunale.

Ambiguità nella comunicazione istituzionale

Quale dei significati appena elencati è quello inteso da Pisapia per city user? Difficile dirlo senza un glossario di riferimento per chi consulta il portale, ma dubito che nei comuni italiani si faccia attività terminologica, altrimenti nei documenti non si troverebbero tante incongruenze e ambiguità e un uso così disinvolto di parole inglesi.

Concludo riproponendo il suggerimento che vorrei poter dare a chi si occupa di comunicazione istituzionale: per una maggiore chiarezza, evitate di usare tecnicismi e anglicismi che non siano registrati dai dizionari di italiano; se non potete farne a meno, spiegatene il significato.


Le diverse accezioni di city user che ho elencato sono l’ennesimo esempio di un problema del lavoro terminologico: le parole sono delle convenzioni e la stessa “etichetta” in contesti diversi può identificare concetti diversi. Nei progetti multilingui andrebbe sempre verificato l’ambito d’uso e la corrispondenza dei sistemi concettuali prima di attingere a raccolte terminologiche esterne, anche se prestigiose. Dettagli e altri esempi in Carne o pollo?