Insolite conversioni e nominalizzazioni

In un commento a Outing e coming out ho fatto riferimento alle diverse parti del discorso a cui può appartenere la parola inglese out, che non è solo un avverbio e una preposizione ma è diventata anche un aggettivo, un sostantivo e un verbo.

Sono esempi di conversione o transcategorizzazione, un processo di formazione di parole comune a molte lingue. Avviene assegnando una nuova categoria grammaticale a una parola esistente, senza modificarla; tende a privilegiare sostantivi, verbi e aggettivi, sia come parole di base che come nuove formazioni, ma non esclude altre categorie (esempio: i sostantivi se e ma in italiano, ottenuti da congiunzioni). 

È un meccanismo molto produttivo in inglese, tanto che recentemente è stata descritta anche una possibile nuova congiunzione, slash, insolita perché congiunzioni e preposizioni sono categorie tendenzialmente chiuse.

La categoria dei sostantivi invece è in continua espansione e in inglese sono pressoché infinite le possibilità di nominalizzazione, sia per conversione che con l’aggiunta di suffissi o altri elementi. I nuovi sostantivi risultano quasi sempre facilmente comprensibili, anche quando hanno come base parole con scarso contenuto semantico come le preposizioni. Esempi: il tecnicismo aboutness, un indice della rilevanza di un argomento, e gli occasionalismi overer e underer di questa striscia:

striscia Pearls Before Swine  Vignetta: Pearls Before Swine di Stephan Pastis

[Sulla spinosa questione del posizionamento dei rotoli di carta igienica, una dettagliatissima voce di  Wikipedia in inglese e un post di Nautilus in italiano]

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