istella e altri nomi di motori di ricerca

www.istella.itC’è un nuovo motore di ricerca tutto italiano, istella, lanciato in questi giorni da Tiscali. Il nome significa stella in sardo e vuole comunicare l’idea del cammino e della navigazione, quindi non è la parola italiana preceduta dal prefisso i per Internet come invece potrebbe sembrare. Il simbolo rappresenta la stella marina dei fondali sardi.

Il cielo ha ispirato il nome di un altro motore di ricerca italiano lanciato l’anno scorso, Volunia. Il suo ideatore aveva spiegato che il nome era nato dall’unione di volo+luna “per simboleggiare il balzo che il mio motore garantisce”. L’idea di un viaggio nel tempo è stata analizzata da All’origine del naming di Volunia: volo sulla luna e "quantum leap".

Anche i nomi dei motori di ricerca globali hanno storie particolari. 

Google deriva da un refuso nella registrazione del nome, che doveva essere googol, il numero 10100 (parola a sua volta inventata dal nipotino del matematico che aveva introdotto il concetto). Inizialmente Google si chiamava BackRub, con un riferimento ai backlink usati per valutare la rilevanza di un sito.

Bing è un nome creato appositamente perché risultasse facile da pronunciare in lingue diverse e facesse pensare al suono di un’idea improvvisa; agli americani può anche ricordare le Bing cherries, ciliegie davvero buone che sono molto diffuse nello stato di Washington, dove ha sede Microsoft. Tra i nomi alternativi erano stati considerati hook e kumo (ragno in giapponese): dettagli in La semplicità è un punto di arrivo. Per i detrattori invece Bing è un acronimo e significa Because It’s Not Google. 😉

Yahoo! è l’acronimo di Yet Another Hierarchical Officious Oracle, o meglio, un acronimo inverso (backronym) ideato per potere usare la parola yahoo, che informalmente descrive un individuo rozzo e impertinente (parola della letteratura: nei Viaggi di Gulliver gli yahoo erano esseri ripugnanti).

Ask Jeeves (il nome per il mercato britannico, abbreviato in Ask in altri paesi) fa riferimento al maggiordomo inglese per antonomasia, Jeeves (dai romanzi di P.G. Wodehouse), sempre pronto a rispondere a ogni richiesta. 

AltaVista, nel cui logo appariva una montagna innevata, richiamava i dintorni della città dove era stato sviluppato, Palo Alto.

Wolfram|Alpha, non un motore di ricerca ma di conoscenza, prende il nome dal suo ideatore e principale sviluppatore, Stephen Wolfram, seguito dall’indicazione alfa che presumo segnali la continua evoluzione del prodotto.

L’ultimo motore forse non è noto a tutti e conferma che funzionano meglio i nomi brevi, facili da memorizzare e da pronunciare. Ne avevo accennato in Globalizzazione e pronuncia di nomi di prodotti, prendendo spunto dal nome Bing.

[ Altri nomi nei commenti ]
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Vedi anche:  I nomi dei browser
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7 commenti su “istella e altri nomi di motori di ricerca”

  1. Licia:

    @Andrea, grazie, per il riferimento. Ho fatto un paio di ricerche e sembra che voglia far pensare a un gioco per bambini, duck, duck, goose, ma solo per divertimento e non con significati particolari.

    E a proposito di riferimenti ad animali, c’è anche Dogpile, un nome per nulla accattivante, tanto che in Europa è stato cambiato in Webfetch per evitare potenziali associazioni con la cacca di cane (in America invece dogpile  è una parola usata nel football americano per descrivere giocatori ammucchiati l’uno sull’altro e da qui è passata in ambito Internet per descrivere ricerche ricavate da diversi motori di ricerca; Dogpile è un metasearch engine).

  2. chiarapetrucci:

    ossignur!!! quindi male facemmo a sfottere il Cavaliere che diceva di aver cercato su Gogol una casa da comprare a Lampedusa! egli semplicemente usava una delle varianti di lavorazione…

  3. Licia:

    @Suom(I)taly, leggo in Quag, il motore italiano e «sociale» che anche questo è appena nato e che “il nome nasce dai termini inglesi Query e Tag. Ma lo sapranno che in inglese quag vuol dire pantano o palude? È una parola ormai obsoleta ma resiste in quagmire, che vuol dire imbroglio, intrigo, situazione difficile.

    @chiarapetrucci, però googol e google si pronunciano allo stesso modo, il che spiega l’errore di registrazione, ma “Gogol” invece fa solo ridere…

  4. Francesco:

    Tra i nomi strani aggiungo anche Blekko, motore di ricerca basato sui tag: progetto ambizioso ma non così “immediato” come Gogol… ehm, Google e cugini.

    Aggiungo anche che Mr. Jeeves è visibile solo qui (per il solo mercato britannico, appunto) e ora ha delle fattezze tridimensionali. Molto più bello a mio avviso il Jeeves “originale”, disegnato e anche dall’aspetto più rassicurante, secondo me: se ne trova traccia qui, ad esempio. Tra l’altro quest’icona è rimasta solo nella versione britannica, ma qualche anno fa era disponibile in tutte le versioni internazionali: evidentemente non ha mai fatto presa al di fuori dei confini di Albione!

    So che faccio riferimento sempre alle serie animate (che ci posso fare, la mia “cultura” è questa…), ma in una puntata dei Simpson andata in onda un paio di giorni fa in Italia si fa riferimento proprio ad Ask Jeeves: in un’aula di tribunale stanno processando Lisa, e l’avvocato dell’accusa ad un certo punto fa una battuta sarcastica dicendo qualcosa tipo “e a chi dobbiamo chiederlo? Lo chiediamo forse a Jeeves”? Risate generali in aula: tra il pubblico si alza un signore ben vestito venuto da un altro secolo (Jeeves, appunto) che con la faccia triste si alza e se ne va. Esce dal tribunale, e con la faccia sempre più mesta schiocca le dita: arriva una carrozza dell’800 che se lo porta via. Evidente il riferimento ad un motore di ricerca ormai “vecchio” che non ha fatto mai innamorare il grande pubblico. D’altronde, finché ci sarà Google gli altri dovranno spartirsi solo le briciole!

    Ps. Licia, ma hai mai pensato ad un libro tutto tuo? Giuro che non mancherebbe nella mia libreria (per quanto può contare) e secondo me anche in qualche corso universitario…

  5. Licia:

    @Francesco, grazie, anche Blekko non l’avevo mai sentito. Non mi risultava per nulla trasparente (nel senso che non capivo cosa potesse suggerire) e ho fatto qualche ricerca. Ho scoperto che non vuol dire assolutamente nulla, anzi, è un nome abbastanza casuale, inventato lì per lì nel 1988 per identificare un computer in rete e poi riutilizzato per il motore di ricerca e la startup, come spiega il fondatore in About the name ‘Blekko’. Secondo gli esperti di naming, gli aspetti positivi di Blekko sono che è facile da memorizzare ed è corto, ma ha connotazioni negative (fa pensare a blech, che nei fumetti è un’espressione di disgusto o imita il rumore di chi vomita).

    Grazie anche per l’esempio dei Simpson, come sai mi piace molto questa commistione di contesti e di rimandi. A me Jeeves fa venire in mente la serie televisiva britannica Jeeves and Wooster, basata sui romanzi di Wodehouse, e intepretata da Stephen Fry (Jeeves) e Hugh Laurie (Wooster).

    A proposito di un libro, non sei il primo che me lo suggerisce…
    Ed effettivamente faccio qualche intervento o seminario anche nelle università, però non è una cosa che pubblicizzo anche se mi piace molto. Recentemente ho anche avuto la piacevole sorpresa di vedere citato il blog in un articolo del Portale Treccani, La lunga marcia attraverso il Web.

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