Alitalia, politici ed eleggibilità

Alitalia sembra rivolgersi a una categoria di passeggeri ben precisa: i politici. In calce all’email che conferma l’acquisto di biglietti aerei si può infatti leggere

Alitalia si riserva il diritto di verificare la prova dell’ eleggibilità e il completo e sequenziale utilizzo dei tagliandi di volo in ogni momento del viaggio così come specificato nella regola tariffaria

Vuol dire che hanno diritto al viaggio solo gli aspiranti a cariche politiche o amministrative la cui candidatura è formalmente valida?

Banale ironia a parte, fa un brutto effetto notare che la compagnia di bandiera non scrive direttamente in italiano ma traduce dall’inglese, in questo caso senza rendersi conto che la parola inglese eligibility è un falso amico: non ha nulla a che fare con potenziali elezioni, come eleggibilità in italiano, ma indica invece idoneità, il possesso di requisiti necessari o il diritto a qualcosa.

 immagine dal sito Alitalia

E chi ha comprato biglietti di Alitalia o ha visitato il sito avrà sicuramente notato altri errori e incongruenze, ad es. l’uso degli accenti al posto degli apostrofi in parecchie parole o la terminologia non sempre coerente: peccato non aver prestato un minimo di attenzione in più alla lingua italiana in un sito che dovrebbe rappresentarci nel mondo.


Vedi anche: Il clima italiano visto da italia.it e Crocchette ≠ croquettes, per altri esempi di traduzioni poco riuscite in siti italiani “istituzionali”.

5 commenti su “Alitalia, politici ed eleggibilità”

  1. Luigi Muzii:

    Sicura che “eleggibilità” sia un problema? E, soprattutto, che l’uso nell’accezzione indicata non sia molto più diffuso? Una banale ricerca su Google fa subito emergere occorrenze nei siti dell’ANICA, dell’ISPESL, del MIUR, dell’Università di Trento e nel sito Microsoft (ohibò!).
    Del resto, anche quell'”etc.” nel titolo del blog non è proprio italianissimo.
    La cancellazione della “s” mi trova parimenti d’accordo, ma coloro che ebbero modo di vedere “Quelli della notte” nei lontani anni 80 ricorderanno le battute di Arbore e soci intorno alla necessità di aggiungere la “-s” nel formare il plurale delle parole inglesi e leggere “mouses”, ancora oggi, non è così infrequente.
    Non si tratta di conoscenza della lingua straniera, ma di quella italiana.

  2. Licia:

    @Luigi Muzii: grazie per la ricerca aggiuntiva sui vari siti, penso farebbe cosa utile a comunicarlo anche ai lessicografi dei vari dizionari della lingua italiana.

    Una curiosità a proposito del titolo del mio blog, visto che non è la prima volta che fa questa osservazione. Come mai le dà così fastidio etc., una forma latina come tante altre ancora usate in italiano (e registrate dai dizionari)?

  3. Luigi Muzii:

    Nella stessa misura in cui è sbagliato “accezzione” (anche se si tratta di un refuso), l’uso di “etc.” è dato per errato dai migliori manuali di stile e dalle grammatiche che indicano “ecc.” come forma corretta per abbreviare “eccetera”, anche se questo viene dal latino “et cetera” (e [cose] restanti, l’orribile quant’altro invalso ormai dall’uso tipicamente televisivo di provenienza lombarda, come l’altrettanto detestabile “piuttosto che” al posto di o/ovvero).
    Sono molti gli errori lasciati passare benevolmente anche da diversi dizionari commerciali e da eminenti quanto distratti linguisti; fortunatamente per loro (e per noi) c’è lo “sciacqualingua” di Fausto Raso.

  4. Gilberto Franceschelli:

    Chiaramente il Muzii non deve avere molto da fare se perde tempo con questi sciocchi commenti. Le frecciatine su Microsoft solo perché ci lavoravi tu sono patetiche, sicuramente gli rode che lui non può dire di aver lavorato in progetti importanti. “Non ti curar di lui…”

  5. Licia:

    direi di chiudere i commenti (che ancora per qualche giorno posso leggere e approvare solo sporadicamente) prima che la discussione degeneri, anche perché non vedo cosa c’entrino piuttosto che e il resto con l’argomento di questo post. Su etc. nel nome del mio blog mi limito a ripetere quanto detto qui: se dà tanto fastidio, basta non leggere il blog 😉

    PS A proposito di eleggibilità, ho avuto conferma che nel linguaggio giuridico ha solamente l’accezione relativa a cariche politiche e amministrative.

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