Termini in evidenza

Termini del mese descritti nel 2008 nella sezione italiana del Portale linguistico Microsoft, dove ora rimangono consultabili solo le voci del database terminologico Microsoft.

Chiavetta USB
Cookie
History – Cronologia
Gallery – Raccolta
Migration – Migrazione
Ribbon – Barra multifunzione
Wizard – Procedura guidata 


Chiavetta USB

FlashDrive

L’oggetto rappresentato qui a lato è molto diffuso e sicuramente tutti sappiamo di cosa si tratta: un dispositivo che viene connesso al computer tramite porta USB e usato per memorizzare informazioni. Probabilmente, però, non tutti lo descriviamo con lo stesso nome: sia in inglese che in italiano coesistono diversi sinonimi (a un unico concetto sono associate diverse designazioni).

Termini inglesi: flash drive, jump drive, keychain drive e key chain drive, key drive, memory key, pen drive, thumb drive, USB drive, USB flash drive e relativo acronimo UFD
Termini italiani: chiave USB, chiavetta [USB], pen drive e pendrive (sia maschile che femminile), penna USB, pennetta, unità flash USB, unità di memoria flash USB

Nel 2000, quando sono apparsi questi dispositivi per la prima volta, nessuno avrebbe immaginato un tale proliferare di nomi e quindi esiste qualche incongruenza. Nel database terminologico Microsoft è stata uniformata la terminologia per l’italiano:

Unità flash USB è il termine standard, da utilizzare in tutti i contesti con contenuto tecnico e con riferimento specifico a singoli dispositivi.

Chiavetta USB potrà essere usato in occorrenze più generiche, dove in inglese appaiono termini diversi da USB flash drive, tipicamente per ottenere comprensione immediata anche da chi non ha familiarità con il termine standard. Chiavetta USB è la forma più frequente in italiano e già documentata nei dizionari, ad esempio nel Vocabolario Treccani.

 

Nell’inglese americano standard il termine cookie indica un biscotto, di solito tondo e piatto. Nei contesti tecnici, invece, grazie a un processo di terminologizzazione un cookie è un file di dati di piccole dimensioni inviato dal server di un sito Web al browser durante la connessione al sito e salvato localmente nel computer dell’utente. I cookie contengono informazioni sulle operazioni eseguite all’interno del sito e le preferenze di navigazione, possono consentire il riconoscimento dell’utente all’accesso successivo, ecc. Esistono diversi tipi di cookie, ad esempio i cookie permanenti (o persistenti) rimangono nel computer dell’utente tra una sessione e l’altra mentre i cookie di sessione, o temporanei, vengono eliminati alla fine della sessione del browser.

Prima di venire adottati in ambito Web, i cookie descrivevano pacchetti di dati di dimensioni ridotte che venivano inviati tra programmi di comunicazione. Questi pacchetti fortune cookieavevano dei dati nascosti al loro interno e questa caratteristica ha portato alla creazione del neologismo semantico cookie per analogia con i fortune cookie, biscotti di forma particolare con nascosto al loro interno un foglietto con una massima o un messaggio augurale e che vengono serviti nei ristoranti cinesi in America alla fine dei pasti.

In italiano, come spesso accade in questi contesti, si è perso il significato figurato del termine inglese, anche perché il referente non sarebbe stato riconosciuto, e si è optato per il prestito. È interessante notare che è la scelta fatta dalla maggior parte delle lingue, non solo quelle che facilmente adottano termini inglesi, come tedesco e svedese, ma anche quelle che di solito cercano di trovare un termine locale, come francese e spagnolo. Altre lingue hanno adattato il termine inglese alla loro ortografia, ad esempio kuki in albanese, cwci in gallese, khukhi in tswana e kúkì in yoruba. Sono poche le lingue che, invece, hanno scelto un termine descrittivo, come il norvegese che ha optato per informasjonskapsel (capsula di informazioni).

E in cinese? Anche in questo caso è stato adottato il prestito cookie, infatti la metafora del "biscotto con messaggio" non sarebbe stata riconosciuta: i fortune cookie non sono un prodotto originario della Cina! Insolita e sorprendente è invece la scelta del catalano di usare la traduzione letterale galeta (“biscotto”) perché non riconducibile in alcun modo al senso figurato di cookie.

 

History – Cronologia

In ambito informatico, il termine inglese history viene definito come “un elenco delle azioni dell’utente all’interno di un programma, ad esempio una serie di comandi utilizzati o i collegamenti alle pagine Web aperte tramite un browser”.

Quando il termine history è stato introdotto nei prodotti Microsoft nella prima versione di Internet Explorer, per l’italiano si era discusso se adottare un termine etimologicamente vicino all’originale inglese e seguire la scelta di tutte le altre lingue neolatine (historique in francese, historial in spagnolo, histórico in portoghese, ecc.) ma il termine storia da subito è apparso fuorviante perché avrebbe fatto pensare a una narrazione di fatti, mentre il sostantivo storico, riconosciuto principalmente come “esperto di storia”, sarebbe risultato ambiguo o avrebbe potuto essere interpretato come aggettivo.

Nella prima versione di questa funzionalità le varie voci dell’elenco erano aggiunte esclusivamente in ordine cronologico e così è stato deciso di evidenziare il rapporto temporale tra le azioni, scegliendo di tradurre history con cronologia.

Il termine cronologia si è rapidamente attestato anche in altri ambiti ed è diventato lo standard usato da tutti i produttori di browser.

Aggiornamento: altri dettagli in History – Cronologia

 

Gallery – Raccolta

Il termine inglese gallery è apparso per la prima volta nei prodotti Microsoft in Image Gallery, una funzionalità che permetteva di visualizzare e organizzare le proprie immagini e foto; non a caso il termine inglese faceva riferimento specifico al luogo dove vengono esposte arti visive.

In italiano si era discusso se mantenere la stessa analogia e optare per Galleria di immagini ma questa ipotesi era stata presto scartata: la forma abbreviata Galleria ci sembrava ambigua perché avrebbe potuto far pensare a un tunnel o un passaggio sotterraneo; andava inoltre valutata la possibilità che in inglese venissero in seguito conferiti nuovi significati a gallery, estendendo l’uso ad altri contesti e altre aree semantiche. Era stato preferito il termine più neutro raccolta, di immediata comprensione e non legato solo a contesti visivi; nel caso specifico avevamo scelto Raccolta immagini.

Si è rivelata una scelta azzeccata: nelle versioni inglesi dei prodotti ora esistono vari tipi di gallery ma non sempre gli oggetti che contengono sono rappresentati visivamente. Negli strumenti di sviluppo come Silverlight, ad esempio, Control Gallery è una libreria di controlli e componenti che però non sono sempre caratterizzati da un aspetto specifico; in Office l’elemento Custom Actions Gallery contiene azioni personalizzate non connotate graficamente. In tutti questi casi il termine italiano raccolta si rivela adeguato perché privo di ambiguità e sufficientemente descrittivo.

Un’eccezione è la funzionalità Elements Gallery, l’elemento di interfaccia che caratterizza Office 2008 per Mac, tradotto con barra multifunzione perché nel contesto in cui appare il termine raccolta sarebbe stato riduttivo e poco evocativo. Per saperne di più su questa scelta, Concetti e termini: un esempio da Office per Mac.

 

Migration – Migrazione

I termini inglesi migrate e migration sono sempre più usati per descrivere il processo con cui si spostano file o dati da un prodotto, sistema, formato o protocollo a un altro.

La traduzione in italiano è apparentemente ovvia: migrare e migrazione. Effettivamente il sostantivo migrazione ha, come in inglese, il significato di "trasferimento da un luogo a un altro". Il verbo migrare, invece, appartiene ai cosiddetti falsi amici, le coppie di termini in lingue diverse che presentano notevoli somiglianze morfologiche (o fonetiche) ma differiscono nel significato o nell’uso.

In italiano il verbo migrare ha in genere un significato più ristretto del sostantivo migrazione e fa riferimento quasi esclusivamente allo spostamento stagionale di alcune specie di volatili. Soprattutto, però, è un verbo esclusivamente intransitivo, a differenza dell’inglese migrate che può essere anche transitivo (ad esempio, migrate a printer server configuration). Nell’italiano dell’informatica l’interferenza dell’inglese ha quindi portato alla diffusione di calchi sintattici quali migrare un sito.

Nei prodotti Microsoft viene invece usata l’espressione eseguire la migrazione, stilisticamente forse non molto elegante ma grammaticalmente corretta.

 

Wizard – Procedura guidata

Microsoft Publisher 1.0 è il programma dove per la prima volta in inglese è stato usato il termine wizard (“mago”) per descrivere una funzionalità del software allora decisamente innovativa: i wizard (ad es. Leaflet Wizard) consentivano agli utenti senza alcuna esperienza di desktop publishing di creare facilmente documenti con layout professionale. L’interfaccia sottolineava il significato letterale del termine: apparivano infatti bacchetta magica, cappello a cono e altre immagini dell’iconografia magica anglosassone.

La traduzione scelta per la versione italiana era un neologismo, autocomposizione, che consentiva di esplicitare un concetto specializzato ma riconoscibile (la composizione tipografica) e, prefissandolo con l’elemento auto, comunicava che l’azione avveniva “da sé” (ad es. Autocomposizione opuscolo). L’immediatezza del termine italiano riusciva inoltre a rendere meno evidenti le incongruenze grafiche che si creavano discostandosi dal termine inglese, in quanto non era possibile eliminare le immagini originali dall’interfaccia.

I wizard hanno avuto successo e sono stati rapidamente adottati in altri contesti. In questa evoluzione sono scomparse le connotazioni legate alla magia e in inglese wizard ha subito un processo di terminologizzazione ed è diventato un neologismo informatico: “strumento interattivo che guida l’utente attraverso una procedura particolare presentandogli una serie di opzioni o domande”.

Anche la traduzione italiana si è evoluta: il termine autocomposizione, limitato a un contesto d’uso troppo specifico, è stato sostituito dal nome dell’azione effettuata seguito dall’aggettivo guidato, ad esempio Setup Wizard diventa Installazione guidata. Nei riferimenti generici al tipo di funzionalità si ricorre invece a procedura guidata. Questa soluzione non è ristretta alla terminologia Microsoft ma è diventata uno standard terminologico nell’ambito informatico italiano.

Aggiornamento – I potenziali problemi di localizzazione per le lingue che hanno scelto una metafora diversa da quella originale legata alla magia: Se non c’è la sfera di cristallo…

1 commento su “Termini in evidenza”

  1. Giuliano Caruso:

    Circa “chiavetta USB”. Forse è dovuto anche al fatto che alcuni programmi protetti con chiave fisica hanno la chiave proprio su un apparecchietto da inserire nella porta USB.

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