Storie (e parole) che si ripetono

Vignetta americana degli anni ‘40 del XX secolo: 

vignetta con quattro personaggi ciechi (antivaccinisti e altro) che tenendosi per mano precipitano da una scogliera etichettata MISINFORMATION nel mare SMALLPOX

È diventata virale sui social, con commenti che evidenziano quanto sia ancora attuale (e così anche vignette di un secolo fa sull’influenza spagnola del 1918-1920), tanto che circolano versioni aggiornate* in cui la parola smallpox (vaiolo) è stata sostituita da COVID-19 o coronavirus.

Offre anche vari spunti lessicali e culturali.

The blind leading the blind…

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Smart laureing, una laurea in inglese farlocco

Le misure di distanziamento sociale dovute all’emergenza da COVID-19 stanno costringendo a svolgere online molte attività che prima erano fatte sempre di persona, tra cui esami e lauree. Ecco cosa titola un noto quotidiano italiano:

E alla fine «smart laureing»: i prof sullo schermo e la parete col ficus. Storico. Sulla soglia dei 39 anni mi son messo la corona d’alloro in testa, l’altro giorno. Mia madre per far la prova mi aveva video chiamato col cell: «Mettiti davanti alla libreria così fai un figurone». Per rendere la parete troppo bianca un po’ meno bianca, alla fine abbiamo scelto il ficus
(da un tweet di Laura Cattaneo)

Voglio essere ottimista: mi auguro che l’inglese farlocco del titolo sia una spiritosaggine e che nessun lettore pensi che in inglese si possa davvero dire laureing per “laurearsi” (cerimonia di laurea) anziché graduation.

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Lavorare da casa non è smart working!

Esempi di titoli: 1 Coronavirus: smart working obbligatorio nelle PA; 2 Coronavirus, lavoro: pronti 2 milioni di euro per lo smart working; 3 Covid-19, sono incompatibili smart working e smart schooling; 4 Lo smart learning oltre il coronavirus

Smart working è un’espressione ricorrente nelle notizie sulle misure per contrastare la diffusione della COVID-19. È usata genericamente per identificare l’opzione di lavorare da casa ricorrendo a strumenti informatici.

Si tratta però di uno pseudoanglicismo perché in inglese questa modalità di lavoro non si chiama smart working bensì working from home, da cui l’acronimo WFH, oppure remote working o anche telecommuting, come si può verificare nelle cronache dei media britannici e americani di questi giorni.

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Relooking, uno pseudoanglicismo

Esempi di titoli: 1 Progettazione e arredamento, il relooking la nuova alternativa low cost all’interior design; 2 il trilocale cambia volto con un relooking smart; 3 Stylist in valigia: relooking soft per la camera della teenager; 4 Relooking accessibili per facilità e budget in total white

Nelle riviste di arredamento destinate a chi vive in case di piccole e medie dimensioni è ricorrente la parola relooking, il “rifacimento del look” di una o più stanze che avviene sostituendo l’arredamento o cambiando la disposizione dei mobili esistenti, gli accessori e i colori delle pareti*, senza però fare alcun intervento su murature e impianti come in caso di ristrutturazione.

Meno chiaro invece come si differenzi il relooking dal restyling, il rinnovamento degli ambienti dell’intera abitazione che per alcuni è associato alla ristrutturazione e per altri invece a interventi meno radicali di manutenzione straordinaria, ad es. l’adeguamento di impianti.

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Inglese farlocco: Black Days

esempi di pubblicità con Black Days

Da qualche anno alla fine di novembre nei contesti commerciali italiani si vede ovunque l’aggettivo inglese black, associato non solo a days ma anche a week e weekend e usato con il significato di “con/di grandi sconti”. È un’accezione inesistente in inglese ma che risulta comprensibilissima per i consumatori italiani attenti ad acquisti e offerte speciali.

Lo pseudoanglicismo è entrato nell’uso dopo che è stata importata anche in Italia la tradizione commerciale del Black Friday americano. Negli Stati Uniti è il nome dato al quarto venerdì di novembre, il giorno dopo Thanksgiving che da decenni è dedicato agli acquisti. L’origine del nome ha a che fare con tutt’altro, il traffico, e inizialmente aveva solo connotazioni negative: dettagli in Venerdì rosso e venerdì nero.

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Inglese farlocco: foodtelling

Esempi: 1 Foodtelling raccontare il cibo in modo efficace e coinvolgente; 2 Foodtelling: il racconto del cibo tra nuovi linguaggi e nuovi trend 3 Foodtelling d’autore: cibo cinema e letteratura, seminario di psicologia

Ho scoperto solo ieri l’esistenza del neologismo foodtelling, uno pseudoanglicismo che nell’ambito del marketing e della comunicazione sui social descrive “il racconto del cibo”.

È un esempio di inglese farlocco che funziona solo se non si conosce bene l’inglese. Il verbo tell nell’accezione di raccontare, senza specificare a chi ci si rivolge, richiede infatti un argomento diretto che deve essere un sostantivo che identifica il tipo di racconto o narrazione: story, tale, fable, joke, anecdote, legend, saga, parable, yarn…  

Esempio d’uso dal database lessicale DANTE:

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Nuove tendenze del beauty

#ilmioritoinstazione è scoprire le nuove tendenze del beauty

Questa pubblicità, vista in una grande stazione ferroviaria, è sponsorizzata da cinque marchi di abbigliamento e uno di cosmetica, accomunati e identificati come il beauty.

In questo contesto non mi è chiaro che significato particolare venga attribuito alla parola beauty e per quali aspetti si differenzi da moda. È anche la prima volta che noto la parola beauty in una pubblicità generica, non mirata a un segmento specifico.

Ho però una certezza: beauty è uno pseudoanglicismo, una parola usata con un significato inesistente in inglese.

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L‘acquastronauta e l’acquagym

Una parola inglese che ho imparato recentemente è  aquastronaut:

tweet da NASA NEEMO: Our newest aquastronaut, @AstroSamantha! An aquastronaut is someone who has been both an aquanaut and astronaut

In italiano si può adottare un calco dell’inglese e descrivere Samantha Cristoforetti come acquastronauta, parola macedonia formata da acquanauta + astronauta.

Acquanauta potrebbe sembrare un neologismo e invece è una parola in uso dagli anni ‘60 per identificare chi fa esplorazioni sottomarine di profondità usando appositi scafi.

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Solo in Italia: “giorno di Election Day”

Che informazioni sulle conoscenze dell’inglese in Italia si possono ricavare da questa notizia, in particolare dalla frase è giorno di Election Day?

Notizia del 25 maggio 2019 dal sito della RAI: L’Election Day degli italiani: al voto per europee e amministrative. Domenica 26 maggio è giorno di Election Day: si vota per le Europee, ma anche per eleggere oltre 3.800 sindaci e il presidente della Regione Piemonte.

Election day in inglese

In inglese election day, con iniziali minuscole, vuol dire genericamente giornata di consultazione elettorale, quindi giorno in cui si vota (in inglese britannico polling day).

Negli Stati Uniti Election Day, con iniziali maiuscole, indica unicamente il martedì dopo il primo lunedì di novembre in cui si svolgono elezioni nazionali e statali: negli anni pari si vota per eleggere il presidente degli Stati Uniti (ogni 4 anni) e i parlamentari del Congresso (ogni 2 anni per la camera, ogni 6 per il senato), mentre negli anni dispari si eleggono governatori e parlamentari per i singoli stati.

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Prenoting: inglese farlocco (rappresentativo!)

Da oggi, per prenotare in Poliambulanza ti serve una cosa sola. Prenoting Poliambulanza. Scegli il giorno, l’ora e il medico. Con un dito. PRENOTING

Alcuni ospedali italiani hanno adottato un sistema di prenotazioni online di visite e prestazioni che si chiama Prenoting. È sviluppato da Appocrate, un’impresa italiana che si occupa di soluzioni digitali per il mondo della salute.

Prenoting è un tipico esempio di inglese farlocco: uno pseudoanglicismo facilmente comprensibile per il pubblico italiano a cui è destinato, ma che non ha senso in inglese.

In inglese infatti prenotare si dice book (hotel, room, holiday, table, flight, taxi, ticket…) o reserve (seat, ticket, place, accommodation, table…) e nel caso di una visita medica make o get an appointment.

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2018, anno di plogging, floss, gaslighting…

VAR plogging single-use gammon floss

La stagione delle parole dell’anno 2018 è stata inaugurata da Collins Dictionary che per l’inglese britannico ha scelto l’aggettivo single-use. Non è un neologismo ma una parola il cui uso ultimamente è diventato più rilevante, soprattutto in riferimento alla plastica e ai danni ambientali che causa (cfr. voto del Parlamento europeo per vietarla entro il 2021). L’equivalente italiano è noto: plastica monouso (più breve dell’inglese!) o meno formalmente usa e getta.

Ho trovato però più interessanti le altre parole del 2018 considerate dal dizionario, tra cui neologismi o risemantizzazioni che descrivono concetti nuovi, come plogging, gammon e floss, e parole un tempo usate solo in alcuni ambiti ma che ora sono entrate nel lessico comune, come gaslighting.  

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C’è trolley… e trolley!

Cartelli di divieto per scale mobili in un aeroporto italiano:

cartello di divieto su muro NO TROLLEY cartello di divieto sul pavimento NO TROLLEY

In che lingua sono? Non in inglese, l’apparenza inganna!

La parola trolley fa parte del lessico comune italiano dall’inizio degli anni ‘90, quando sono entrate in commercio le prime valigie di dimensioni ridotte con rotelle e manico estraibile che si tirano dietro di sé. In questa accezione però trolley non è un anglicismo ma uno pseudoanglicismo, una parola che in inglese britannico ha altri significati.

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Tartarughe farlocche

Notizia recente: il 17 agosto si è festeggiato TartaDay.

Titolo notizia: Tartaday, 17 agosto in Italia è la Giornata delle tartarughe. In programma eventi e liberazioni di animali soccorsi e curati. Logo: TartaNet, TartaLife e TartaLove

Senza immagini e descrizioni quanti avrebbero capito che i nomi TartaDay, TartaNet, TartaLife e TartaLove hanno a che fare con la protezione delle tartarughe marine della specie Caretta caretta?

TartaLife e prima ancora TartaNet sono progetti del CNR-ISMAR finanziati dal programma LIFE dell’Unione europea. TartaLove è un’iniziativa correlata gestita da Legambiente e la giornata TartaDay (17 agosto) è specifica italiana.

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