Fraintendimenti emojionali

 “grinning face with smiling eyes” di Google, Apple e Twitter

[2016] Sarà capitato anche a voi di ricevere un messaggio con un’emoji-faccina e di rimanere un po’ perplessi sulla scelta del vostro interlocutore.

Succede ad esempio se si usa l’emoji descritta come grinning face with smiling eyes, rappresentata in modo diverso in sistemi diversi: ne avevo discusso in Un’emoji parola dell’anno 2015 e commenti, con altri esempi.

Le mie osservazioni hanno trovato conferma in uno studio appena uscito, riassunto in Investigating the Potential for Miscommunication Using Emoji, che ha confrontato il potenziale fraintendimento delle stesse emoji in diverse piattaforme per smartphone.

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Facebook: reazioni internazionali

Facebook ha introdotto alcune nuove funzioni che si aggiungono al pulsante Mi piace (Like) per interagire in modo più specifico con i contenuti altrui. Nella versione italiana si chiamano reazioni ma nelle discussioni prevale il nome inglese reactions, chissà perché.

Se si confrontano in nomi delle reazioni nelle principali lingue europee, si possono notare scelte diverse di localizzazione:

reazione inglese italiano spagnolo francese tedesco
Like Facebook Like Mi piace Me gusta J’aime Gefällt mir
Love Facebook Love Love Me encanta J’adore Love
Haha Facebook Haha Ahah Me divierte Haha Haha
Wow Facebook Wow Wow Me asombra Wouah Wow
Sad Facebook Sad Sigh Me entristece Triste Traurig
Angry Facebook Angry Grrr Me enfada (E)
Me enoja (int.)
Grrr Wütend

Quasi tutte le lingue usano un insolito mix di forme verbali, aggettivi e ideofoni, con l’eccezione dello spagnolo che mostra scelte formalmente più coerenti. 

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Descrizioni delle emoji in Twitter

Alberto di Natale – emoji in TwitterNell’interfaccia web di Twitter se si posiziona il puntatore su un’emoji viene veniva visualizzata la sua descrizione (tooltip).

Nella versione italiana, tradotta dall’inglese, si notano inaccuratezze dovute alla localizzazione non professionale fatta in crowdsourcing: refusi, traduzioni che non tengono conto dell’aspetto delle emoji o del significato che viene loro attribuito in Italia, varie incongruenze.

Ad esempio, in queste descrizioni sono evidenti i falsi amici blue, confetti e diamond shape:

falsi amici descrizioni emoji

Queste descrizioni non sono molto visibili ma ho pensato di parlarne perché ci sono spunti spero utili per chi non ha molta familiarità con la localizzazione. 

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Emoji nuova lingua?

Come prevedibile, la scelta di un’emoji come parola dell’anno di Oxford Dictionaries ha suscitato anche parecchie reazioni negative (non è una parola, è la conferma del degrado della lingua…) che mi hanno fatto pensare a questa striscia di Zits:

[striscia Zits]

Siamo davvero spacciati? Non credo. 😉

Mi hanno anche ricordato che ora è disponibile la registrazione dell’intervista che mi aveva fatto Massimo Persotti di Il Salvalingua lo scorso giugno per Roma Ore 10, programma di Francesco Vergovich di Tele Radio Più.

Dopo una breve introduzione in cui avevo spiegato cosa fa un terminologo, avevamo discusso le differenze tra emoticon ed emoji e perché le emoji non possono essere considerate una nuova lingua. Avevo anche sottolineato la differenza tra lingua e linguaggio e fatto riferimento a Blissymbolics, un sistema di scrittura ideografico del secolo scorso che stranamente non viene mai citato nel dibattito sulle emoji come potenziale nuovo linguaggio universale.

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Un’emoji parola dell’anno 2015

Oxford Dictionaries Word Of The Year

È di nuovo la stagione delle parole dell’anno, in inglese WOTY (word of the year) e ieri Oxford Dictionaries ha annunciato di aver scelto un’emoji.

È una decisione interessante e non così azzardata se si pensa al triangolo semiotico: i concetti sono rappresentati da segni, quindi non solo parole e termini ma anche simboli e icone, tra cui emoticon ed emoji.

Tra tutte le emoji, Oxford Dictionaries ha scelto quella che nel 2015 è stata la più usata al mondo, ufficialmente nota come face with tears of joy. Per essere più precisi, andrebbe chiarito che è stata scelta la rappresentazione di Apple e WhatsApp, che non coincide con quella di altri dispositivi, app, sistemi operativi o produttori, come mostrano alcuni esempi dalla tabella Full Emoji Data di Unicode:

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Lingue artificiali: Blissymbolics

esempi da An Introduction to Blissymbols di Douglas CrockfordBlissymbolics / Blissymbols o Semantography è una lingua artificiale creata negli anni ‘40 del secolo scorso da Charles Bliss. È un sistema di scrittura logografico, come la scrittura geroglifica egiziana e la scrittura cinese, che si basa su una rappresentazione grafica di oggetti e concetti.

Ha la peculiarità di esistere solo in forma scritta e quindi di non poter essere parlata perché ai simboli non corrispondono parole (cfr. segno nel triangolo semiotico). Bliss l’ha ideata come sistema di comunicazione ausiliario indipendente e universale, ma non ha avuto molto successo.

Caratteri di base

La lingua è formata da 900 caratteri di base (Bliss-character) che rappresentano concetti chiave. Includono sia pittogrammi (immagini stilizzate di oggetti reali) che ideogrammi (simboli che raffigurano un’idea o un concetto astratto, ad es. la forma del cuore rappresenta emozione / sentimento e il profilo della parte superiore della testa rappresenta la mente). Vengono inoltre usati alcuni simboli arbitrari con funzioni particolari.

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Da emoticon a emoji

Faccine: emoticon, smile(y), emoji… maschili o femminili? (maggio 2015) è una bella consulenza dell’Accademia della Crusca sul genere di emoticon ed emoji: coesistono entrambe le forme ma per ora prevale il femminile. Aggiungo qualche altra osservazione.

Emoticon

vignetta Dan Piraroemoticon

Chissà se fra qualche anno saranno ancora usate le emoticon, le faccine ottenute con i segni di punteggiatura e altri caratteri disponibili su tutte le tastiere, e se la vignetta a destra, del 2010, farà ancora sorridere?

Da tempo infatti molti programmi convertono automaticamente le emoticon più comuni nel simbolo corrispondente o in un’immagine. Ad esempio, se si digita emoticon, anche senza naso, la sequenza di caratteri diventa smiley Live Writer o faccina WordPress o simili.

Chi ha usato servizi di messaggistica sa che i set di emoticon includono non solo faccine varie ma anche altre immagini di animali e oggetti, ad es. in MSN Messenger i caratteri &, L e G, racchiusi tra parentesi tonde, facevano apparire cane, cuore e pacchetto regalo (cane, cuore e regalo).

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La mia Giornata proGrammatica

È stato un piacere essere testimone di buona lingua all’IIS Paolo Frisi di Milano per la Giornata proGrammatica 2014 di Radio3, iniziata con il benvenuto davvero caloroso di studenti e insegnanti.

I ragazzi hanno subito dimostrato di avere le idee molto chiare sulla punteggiatura, il tema della giornata: un sistema di segni usati per indicare le relazioni sintattiche e semantiche delle frasi e facilitare la lettura di un testo scritto, rivelandone la struttura. È invece superata, e infatti nessuno l’ha nominata, la concezione dei segni di interpunzione come “pause della respirazione” che ricordo dalle scuole elementari (sono piuttosto “pause per gli occhi”).

Funzioni e usi della punteggiatura

Ci siamo divertiti con vari esempi della funzione segmentatrice della punteggiatura, che può separare elementi della frase per eliminare ambiguità. Due classici:

vivo e vegetovado a mangiare nonna
(ma in Italia settentrionale un lupo o un cannibale andrebbe a mangiare la nonna: meglio localizzare l’esempio e usare un nome proprio)

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La comunicazione post-linguistica di Apple Watch

Apple WatchIl nuovo dispositivo indossabile di Apple è stato oggetto delle analisi linguistiche di alcuni autori americani.

Cambia il naming: da iWatch a AppleWatch logo

Dopo 16 anni, Apple ha abbandonato il prefisso i di iPod, iPad, iPhone, iTunes, iCloud, non solo per problemi di marchi registrati (il nome iWatch sarebbe stato troppo simile a iSwatch, orologio svizzero) ma anche per evitare che iWatch venisse interpretato come I watch, “osservo, controllo”.

Anche il nuovo servizio di pagamento via iPhone è stato chiamato Apple Pay e non iPay, un segnale che il prefisso i sta diventando datato ed è ormai inflazionato perché usato anche da altri. Apple invece vuole comunicare esclusività e innovazione e probabilmente anche rimarcare la fine dell’era di Steve Jobs, fautore dei nomi con la i.

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Affinità con i piccoli utenti

Nell’ultimo post ricordavo che le scelte di localizzazione devono tenere conto delle aspettative e delle esigenze dell’utente finale. I manuali di stile o altre linee guida forniscono indicazioni generali ma ci sono casi in cui vanno adottate soluzioni ad hoc.

Immagini e icone tipiche della cultura di partenza non sono sempre universali e riconoscibili anche nella cultura di arrivo, come sottolinea La differenza culturale passa (anche) attraverso le immagini (a piè di pagina), che mi ha fatto ricordare un aneddoto che ripropongo qui perché ha a che fare con utenti finali un po’ particolari.

All’inizio degli anni ‘90 era uscito Creative Writer, un elaboratore di testi per bambini con una funzionalità che consentiva di sostituire alcune decine di parole comuni con immagini stilizzate, simili a icone o alle odierne emoji:

Un gatto si era addormentato sotto un grande alberoe sognava di essere una farfalla che si posava su un fiore.

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Faccine orientali diversamente orientate ^_^

Post pubblicato in settembre 2008 in blogs.technet.com/terminologiaetc Da tempo uso le emoticon (parola formata da emotion+icon), le faccine ottenute con segni di punteggiatura, simboli e lettere – come la sequenza due punti, trattino, parentesi che forma lo smiley :–). Grazie ai colleghi giapponesi e coreani ho scoperto le emoticon orientali, usate anche tra i ragazzi … Leggi tutto