Impianti natatori e aree cortilive

L’antiburocratese (Dizionario del parlar chiaro) analizza esempi di italiano burocratico e propone alternative chiare e comprensibili, come impianto natatorio piscina.

C’è un modulo per suggerire altri esempi e ho pensato di proporre area cortiliva, che ho visto in un’ordinanza che vieta di abbandonare gatti e/o dare loro da mangiare nei giardini di un ospedale (anzi, padiglione ospedaliero!).

Colonia di gatti dell’area cortiliva del Padiglione Ospedaliero di Lugo   (intero manifesto qui).

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Come on, boys!

Alla serata sulla traduzione abbiamo sorriso con questo noto spezzone dal film La vita agra (dal romanzo di Luciano Bianciardi) in cui il protagonista è alle prese con la redattrice che ha valutato la sua prova di traduzione:

Peccato manchi un altro commento della redattrice:

"Un’ultima cosa, a volte lei appiattisce certi bei modi di dire inglesi. Per esempio qui. Lei dice che i mezzi da sbarco erano le mille miglia lontani dalle coste laziali. Questo suo le mille miglia è assai meno efficace che nel testo inglese, dove si parla di a hell of a distance, cioè di un inferno di distanza. Sente come è bello? I mezzi da sbarco erano a un inferno di distanza eccetera. È molto più robusto, questo inferno di distanza, non le pare?"

Il libro dell’ignoto

The Book of the UnkonwnDue giorni fa ho avuto il piacere di partecipare a una Serata al caffè letterario di Lugo con Jonathon Keats, autore di The Book of the Unknown, e Silvia Pareschi, autrice della traduzione italiana Il libro dell’ignoto (e di molte altre traduzioni di autori americani contemporanei e del blog Nine hours of separation).

Silvia ha aperto la serata con riflessioni molto stimolanti su traduzione e ruolo del traduttore, sulla ri-creazione dei testi e sull’esperienza davvero unica di poter tradurre un libro con il suo autore a fianco: Jonathon Keats è il marito di Silvia.

Per la prima volta ho letto un libro in versione originale e subito dopo la sua traduzione, e mi sono piaciuti molto entrambi. The Book of the Unknown e Il libro dell’ignoto sono molto belli: per la poeticità della scrittura, sospesa in una dimensione atemporale, per la narrazione che riesce a essere contemporaneamente tradizionale e molto moderna, per l’imprevedibilità e il continuo senso di sorpresa delle storie e dei personaggi. Lo descrive meglio di me Benedetta Tobagi in Come sono belle le storie dei giusti nell’era digitale.

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Cavallini rampanti, rampicanti e imbolsiti

Sapevate che gli aggettivi rampante e rampicante hanno la stessa etimologia e quindi sono allotropi (o doppioni)? Per alcuni dizionari derivano dal francone hrampōn “contrarsi”, per altri invece dall’italiano antico rampa, “zampa”.

Mi è venuta la curiosità di cercare l’origine delle parole dopo aver visto questa aiuola:

cavallini rampanti a Lugo – prancing horses

I due cavallini rampanti non hanno un aspetto scattante, che comunica energia e vigore, e appaiono invece imbolsiti. È un aggettivo di origine equina: la bolsaggine è uno stato morboso dei cavalli che in senso figurato può essere sinonimo di flaccidezza.

L’insolito esempio di arte topiaria si trova a Lugo, dove ogni anno si svolge la  Festa del Cavallino Rampante (c’entra con la Ferrari ma soprattutto con l’asso dell’aviazione italiana Francesco Baracca, lughese, che per primo ha reso celebre il simbolo: dettagli in Il volo del cavallino). È in mezzo a una rotonda poco distante dal Caffè letterario.
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Vedi anche: Si dice in Romagna…

Trenitalia o Trenispagna?

Trenitalia ha rinnovato il proprio sito e ora si possono acquistare biglietti solo per le Frecce: i famigerati treni regionali sono ignorati dai risultati di ricerca.

Dov’è Lugo?

Cercando un treno da Lugo (cittadina in provincia di Ravenna) a Bologna ho comunque ottenuto un risultato curioso: Trenitalia prevede una durata di 1 gg 15:24, quasi 40 ore, per quello che dovrebbe essere un tragitto di circa 50 km.

trenitalia

Eh sì, TrenITALIA presuppone che una ricerca per Lugo, fatta nella home page italiana di un sito italiano, debba per forza riguardare la città della Spagna e non della Romagna!

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Si dice in Romagna…

L’italiano che si parla in Romagna, dove sono cresciuta, è in genere molto corretto. Ci sono però degli usi peculiari della lingua che non si sentono altrove e che, quando torno lì, mi fanno sempre sorridere. Alcuni esempi di costruzioni che possono lasciare alquanto perplesso un non romagnolo:

rimanere in Romagna è un verbo transitivo: devo andare al Bancomat perché ho rimasto solo 10 euro; siamo andati da Marta ma ha rimasto solo taglie grandi
volere quando usato come sinonimo di “occorrere” segue la costruzione di “servire”: mi vuole un cacciavite a stella; gli vuole più tempo
andarsi verbo riflessivo, specialmente con la prima persona: sono stanco, mi vado a casa e poi mi vado subito a letto
non sapere fare a equivale a “sapere” (essere capace): non sa fare a nuotare
andare da male questa arancia è andata da male
provare di ha provato di fare la tua torta ma non le è venuta bene

L’uso transitivo di rimanere, influenzato dal dialetto, lascia sconcertati i non romagnoli ma localmente nell’uso informale non controllato non va considerato errore ma una caratteristica di una varietà regionale perché è una forma condivisa praticamente da tutti i parlanti “autoctoni”.

Qualche esempio di variazioni sul lessico italiano (geomonimi):

minestra primo piatto di pasta con condimento asciutto (tagliatelle, garganelli e strozzapreti sono minestre, le zuppe invece no): cosa c’è di minestra oggi?
insegna vista a Lugo: APERITIVI  –  MINESTRE –  PANINI
forma "parmigiano" (formaggio): mi passi la forma?
sportina “sacchetto di plastica”
motore “motocicletta” (ha senso, se si pensa al diminutivo motorino!)
cavarsi “spostarsi”: cavati di lì!
prendersi dei nomi “essere redarguito” o “essere ingiuriato”: ho sbagliato a fare il lavoro e mi sono preso dei nomi

Altri esempi nei commenti.


Nuovi post “romagnoli”:


Vedi anche: …e si dice in Lombardia