“fare un meme”

foto da telecamera di sicurezza degli Uffici con turista che danneggia quadro e dichiarazione del direttore del museo Simone Verde: “Oggi un turista volendo fare un meme davanti a un dipinto, indietreggiando in posa come il principe dei Medici ritratto ha urtato la superficie dell’opera”

Ho riportato le parole dei direttore degli Uffizi sul turista che ha danneggiato un dipinto di Anton Domenico Gabbiani perché evidenziano l’evoluzione subita dalla parola meme in questi anni:

  1. meme è un nome coniato dal biologo inglese Richard Dawkins negli anni ‘70 come termine (lessico specialistico) che aveva il significato specifico di “unità fondamentale dell’informazione culturale, per es. un’idea o un determinato comportamento, che si trasmette da un individuo a un altro verbalmente o con l’imitazione”
  2. con l’avvento dei social media, nel XXI secolo nella cultura popolare meme ha subito un processo di determinologizzazione, diventando una parola (lessico comune) usata per indicare in modo generico vari tipi di contenuto virale, in particolare parodie
  3. negli ultimi anni il significato di meme è stato ulteriormente diluito e ora indica anche qualsiasi tipo di contenuto ironico, di solito corredato di didascalie o altri commenti, che è destinato alla pubblicazione e condivisione sui social, ma non ha più la viralità come caratteristica distintiva: si può dire “fare un meme” anche se poi non lo vedrà quasi nessuno

Il direttore degli Uffizi ha usato meme con l’accezione 3 più recente, e intanto il turista incivile è diventato un meme anche nell’accezione 2.

Ho già descritto l’origine e l’evoluzione di meme, con note sulla pronuncia e il plurale in italiano e altre parole che ne sono derivate, in i meme, i memes e i memi (2014)


Grazie a Giulia per lo spunto.
Definizione 1 di meme dal Vocabolario Zingarelli.

3 commenti su ““fare un meme””

  1. .mau.

    Ma non è semplicemente un uso errato? Per me è stato semplicemente un selfie, ancorché in posa buffa.

  2. Licia

    @.mau. da qualche anno l’accezione 3, “potenziale contenuto virale”, è molto diffusa e usata abitualmente: può non piacerti ma non può essere considerata errata se è questo il significato prevalente attribuito alla parola da un numero sufficientemente grande di parlanti. Se dai un’occhiata a memissimafestival.it, o ad articoli sui media tradizionali degli anni scorsi in tema, troverai molti esempi di meme nel senso di immagine, foto, breve video o altro pensato perché possa diventare virale (ma non è scontato che poi effettivamente ci riesca).

  3. Giulia V

    Le dichiarazioni del direttore degli Uffizi, Simone Verde, sono di solito improntate a chiarezza e pertinenza. In questa occasione, immagino che abbia preferito evitare il termine ‘selfie’, perché si trattava di una fotografia scattata da una persona ad un’altra (sulla questione si è piacevolmente dibattuto altrove in questo blog).
    Non tutti i cronisti sui giornali hanno seguito l’esempio. Ma forse è solo un caso del ben noto terrore della ripetizione.

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