Affettare il corpo: una riesumazione?

Le parole di un noto preparatore atletico che in un’intervista spiegava i benefici anche per i non sportivi di fare movimento di vario tipo e lavorare sull’equilibrio:

fumetto con testo “...evitano di avere un trigger point, che è un punto dove senti un dolorino da dove può partire una rigidità che può poi cominciare ad affettare il resto del corpo”

Isolando la frase dal contesto credo sia inevitabile che affettare il resto del corpo faccia pensare a un enorme coltello che taglia a pezzi arti o altro.

Nell’intervista però era così ricorrente l’uso di anglicismi (il tuo knowledge, un bond, motion is lotion, lack di movimento…) che chi parla inglese poteva capire che affettare andava inteso nel senso del verbo inglese affect [something], “avere effetto su [qualcosa]”.

Non mi era ancora capitato di sentire questo uso di affettare e quindi non so se sia una peculiarità dell’idioletto dell’intervistato, che non si è reso conto dell’ambiguità, oppure se sia effettivamente diffuso in ambiti dove prevale l’itanglese e spesso si privilegiano neoformazioni ibride anziché usare il verbo italiano corrispondente (ad es. sharare per condividere, skippare per saltare, snitchare per fare la spia, applicare da apply per fare domanda, mutare da mute per silenziare…).

Chi ha letto fin qui probabilmente ha già formato una propria opinione sulla locuzione affettare il corpo modellata sull’inglese affect the body. Positiva o negativa?  

Lo chiedo prima di aggiungere un dettaglio forse poco noto, presumo ignorato anche dal preparatore atletico: nell’italiano letterario il verbo affettare ha anche il senso, ora arcaico, di avere effetto su qualcosa o colpire qualcosa. Nella voce affettare del GDLI si possono vedere due esempi da Giacomo Leopardi:

3. impressionare, modificare. Leopardi, i-259: un volto o una persona difettosa ma viva, graziosa, ecc., o fornita di un animo capriccioso, sensibile, ecc., sorprende, riscalda, affetta e tocca il capriccio. idem, ii-24: il vero certamente non è bello: ma pur anch’esso appaga, o se non altro, affetta in qualche modo l’anima.

Se l’uso di affettare = avere effetto si diffondesse nel lessico comune dell’italiano contemporaneo, solo in apparenza sarebbe un neologismo semantico: è desueto ma da un punto di vista diacronico non è una novità. Potremmo invece descriverlo come un’accezione “riesumata” grazie all’inglese.

Non riesco a ricordare se per questo tipo di parole esista un termine linguistico particolare. In inglese ho visto usare reborrowing, che però di solito identifica un fenomeno più specifico, il prestito di ritorno (o cavallo di ritorno), che indica una parola di una lingua 1 che passa in una lingua 2 e poi torna nuovamente nella lingua 1 ma con un diverso significato, ad es. italiano portafoglio ➝ inglese portfolio ➝ italiano portfolio, oppure italiano studio ➝ inglese studios ➝ italiano studi [cinematografici]. Cfr. anche calco patrimoniale, parola acquisita da un’altra lingua ma già nel patrimonio lessicale italiano con una diversa accezione, oggi in disuso, nell’esempio di Mandatorio: significato, storia, usi (Accademia della Crusca).

Con queste informazioni aggiuntive, riformulo la domanda: può cambiare, se negativa, la percezione di una frase come affettare il corpo?


OmonimiaAffettare nell’accezione appena descritta (ma anche nel senso di ostentare, simulare qualità o sentimenti) deriva dal latino affectāre, da affĭcere, mentre affettare nel senso di tagliare deriva da fetta con il prefisso a- .


Grazie a Marco per l’esempio e lo spunto

5 commenti su “Affettare il corpo: una riesumazione?”

  1. Jacopo

    Per curiosita’, come si considera “cappuccino”? Doppio prestito di ritorno? Ho letto di recente che e’ una parola che abbiamo prima esportato in Austria (frati cappuccini), dove poi e’ nato il kapuziner (caffe’ e latte mischiati, marroncini come il saio dei frati) re-importato qui come cappuccino e poi esportato ovunque nel nuovo significato (anche in Austria!)

  2. Licia

    @Jacopo mi ha incuriosito molto questa cosa (non bevo caffè e non sono molto informata). Ho visto che ci sono fonti contrastanti, ad es. Wikipedia tedesca dice che il nome ha avuto origine tra soldati asburgici stazionati in Italia, per la BBC il legame austriaco c’è ma il significato contemporaneo potrebbe essersi sviluppato parallelamente, il vocabolario Merriam-Webster osserva che già nel XVIII secolo in inglese veniva descritto l’italianismo al cappuccino (“alla maniera dei cappuccini). In ogni caso, se ha avuto origine in Austria, in ambito di lingua tedesca, si tratterebbe effettivamente di un prestito di ritorno che ai tempi aveva dato origine un neologismo semantico (risemantizzazione). La presenza della parola in numerose altre lingue invece può essere descritta come internazionalismo.

  3. Mauro

    Mi fai venire in mente quanto, in questo caso scherzando e senza vere ambiguità, a qualcuno che dice di accettare qualcosa chiediamo chi vuole prendere a colpi di accetta (sì, lo so, non è un anglismo o qualcosa di simile, però l’analogia ci sta) 😉

  4. Alessandro

    Ho cercato su Google “può affettare l’umore” (can affect the mood), e l’IA che appare al principio della pagina dei risultati della ricerca mi ha prontamente risposto: “Può influenzare l’umore”; non è l'”affetta in qualche modo l’anima” di Leopardi, ma almeno non si corre il rischio che qualcuno metta mano al coltello come nel caso del preparatore atletico.

    Potrebbe darsi che il preparatore abbia sentito l’espressione anche in Spagna (dove magari ha lavorato). Il verbo “afectar” ha un significato e un uso simili a quelli della parola inglese: “Producir alteración o mudanza en algo.” [Produrre alterazioni o mutamenti in qualcosa] (Diccionario de la Real Acedemia Española), e l’espressione “afectar el resto del cuerpo” è usata spesso in contesti medici.

    Secondo me, come succede in molti di questi casi, la traduzione diretta dell’espressione inglese o spagnola non deve aver convinto il preparatore:

    – “può cominciare a influenzare il resto del corpo”

    – “può cominciare a incidere sul resto del corpo”

    E quindi ha scelto il calco perché sembra esprimere una sfumatura che le parole italiane non hanno.

    Io avrei usato: “può cominciare ad avere effetti negativi sul resto del corpo”, ma non si tratta più di una traduzione: una parola nella lingua di partenza = una parola nella lingua di arrivo, e perciò potrebbe darsi che il calco risulti più immediato.

    Per rispondere alla domanda, anche se in passato “affettare” aveva il significato di “avere effetto su”, mi sembra che non ci sia necessità di ricorrere a un vocabolo desueto quando quelli disponibili nell’italiano moderno sono più che sufficienti a rendere il significato desiderato.

  5. Licia

    @Alessandro, grazie per i dettagli e i riferimenti allo spagnolo. Non credo sia il caso specifico del preparatore atletico, però effettivamente andrebbe considerata l’ipotesi che per alcuni l’interferenza dell’inglese possa venire rafforzata dall’uso anche in spagnolo.

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