Il 25 aprile a Roma su tutti telefoni mobili è arrivato un messaggio del sistema IT-Alert con cui la protezione civile forniva informazioni sull’orario di chiusura di Piazza San Pietro per il funerale del papa.
La polemica che ne è seguita – spavento e uso improprio – non mi ha sorpresa perché in IT-alert, aspetti linguistici migliorabili avevo già espresso varie perplessità sulle modalità di comunicazione del sistema di allarme pubblico, che in base alle informazioni disponibili dovrebbe essere destinato esclusivamente a rischi specifici relativi a gravi emergenze o catastrofi imminenti, come indicato nella pagina Quando si usa:
Sono informazioni che riflettono la normativa in vigore, che limita in modo preciso i casi in cui può essere usato il sistema. Ignoro però come vada interpretata l’indicazione generica in una direttiva del 2023 che “il Capo del Dipartimento della protezione civile emana apposite indicazioni operative” perché non viene specificato di cosa si tratti e che margine di azione sia consentito.
In ogni caso non è passato inosservato che sul sito della protezione civile la pagina Funerali Papa Francesco, il sistema IT-alert utilizzato per fornire indicazioni utili ai fedeli sia stata pubblicata solo dopo l’invio del messaggio.
Si scopre inoltre che nella Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2025 è stata pubblicata l’ordinanza Ocdpc n. 1139 nel cui articolo 7 si legge che il Capo del Dipartimento della Protezione civile “può fornire adeguata informazione alla popolazione mediante il sistema IT-Alert, integrativa e complementare ai canali istituzionali degli enti preposti”.
Non è però spiegato come delle “indicazioni utili ai fedeli” (notizia) o “adeguata informazione” (ordinanza) possano rientrare nella categoria “messaggio riguardante gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso” per “l’adozione di misure di autoprotezione” e perché si sia ritenuto opportuno usare questo canale in maniera imprevista rispetto a quanto indicato nella normativa vigente:
L’unica certezza è che questo uso disinvolto del sistema di allarme pubblico, apparentemente non congruente con le sue finalità e scopi, ha spaventato inutilmente molte persone e rischia avere conseguenze negative sulla percezione del servizio e minare la sua attendibilità.
IT-Alert non manda allerte!
La normativa include una direttiva del 2023 su Allertamento e sistema di allarme pubblico IT – Alert in riferimento alle attività di protezione civile che ha tra le finalità “omogeneizzazione di terminologie e definizioni”.
Dubito siano stati coinvolti terminologi perché si tratta di un breve elenco di solo 21 voci, rivolte esclusivamente al legislatore e poco fruibili dai cittadini. Non solo le voci non sono facilmente reperibili e consultabili ma coprono un numero molto limitato di concetti, con definizioni spesso malformate e non stilate sistematicamente. Alcuni esempi di termini correlati:
Allerta. In base ad un livello di pericolosità o di rischio previsto, o allo stato di un fenomeno o processo naturale, indica uno stato del sistema di allertamento finalizzato all’attuazione di una fase operativa. È identificata attraverso un livello di allerta.
Sistema IT-Alert. Piattaforma tecnologica con cui, in applicazione dello standard Europeo ETSI TS 102 900 Emergency Communications (EMTEL), European Public Warning System (EU-ALERT) using the Cell Broadcast Service e altri standard correlati ad esso come ETSI TS 123 041 et al., è realizzato in Italia il Sistema di allarme pubblico definito ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera ooo), del decreto legislativo n. 259 del 2003.
Messaggio IT-Alert. Messaggio riguardante gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso, riconducibili alla tipologia di eventi emergenziali di cui al paragrafo 4.1
Livello di allerta. Espresso con un codice colore, è finalizzato all’attivazione di una fase operativa. Il numero dei livelli di allerta dipende dalla tipologia di rischio.
Né nella direttiva né nel glossario o altrove nel sito della protezione civile si trovano definizioni che consentano di distinguere facilmente tra due nomi molto simili, 1 sistema di allertamento e 2 sistema di allarme pubblico (il decreto 259/2003 contiene lo stesso testo della definizione citata!). Eppure non ci si può aspettare che senza spiegazioni i cittadini sappiano che 1 riguarda ciò che è comunemente noto come “allerte meteo”, ma che la protezione civile chiama invece allertamenti, e che 2 è IT-Alert.
Mancano inoltre definizioni che consentano di interpretare correttamente frasi della direttiva come “allerte e allarmi di emergenza e avvisi pubblici di emergenza” e altri testi nel sito della protezione civile. Se allerte (o sono allertamenti, cfr. definizione sopra?) riguardano 1 mentre allarmi 2, cosa sono gli avvisi pubblici? I messaggi di IT-Alert sono sempre allarmi e mai allerte? Possono essere anche avvisi?
Non ho trovato informazioni che lo chiariscano: nei testi disponibili non è mai indicato se nell’ambito specialistico della protezione civile questi termini sono usati con accezioni diverse dal lessico comune, e se sì quali sono le differenze di cui dovrebbero essere consapevoli i cittadini.
Sono lacune che ho già evidenziato anche in Meteo: allertamenti, allerte e criticità (2019) in cui avevo rilevato imprecisioni e incongruenze nella terminologia della protezione civile che aumentano la possibilità di fraintendere la comunicazione e di sottovalutare il rischio.
Purtroppo è l’ennesima conferma che nelle nelle istituzioni italiane manca del tutto una cultura terminologica che consenta di riconoscere l’importanza di termini definiti chiaramente e usati coerentemente, essenziali per garantire a tutti i cittadini una comunicazione corretta e facilmente comprensibile: alcune indicazioni in Terminologia e comunicazione.
In tema lessico specialistico della gestione delle emergenze, vedi anche:
- IT-alert, aspetti linguistici migliorabili
- IT-Alert: simulando incidenti, trascurando la comunicazione
- Meteo: allertamenti, allerte e criticità
- Preparedness e readiness nel setting scolastico
Grazie a @levpetrovitch.bsky.social per lo spunto.
Daniela
Ero in centro quando, all’unisono, è risuonato l’allarme su tutti i cellulari. Atmosfera inquietante, si sentiva l’eco del suono che proveniva da tutte le direzioni. Io e le persone che mi accompagnavano abbiamo pensato subito ad un attacco (aereo?) imminente, vista la combinazione di eventi giubileo+morte del Papa+25 aprile+”ponte”+consueto turismo primaverile romano, insomma una folla eccezionale che poteva far gola a qualcuno.