I media 🇺🇸 e il “sanewashing” di Trump

Gli interventi di Donald Trump nella campagna presidenziale 2024 appaiono sempre più sconclusionati e farneticanti, un potenziale segnale di declino patologico delle sue facoltà mentali. Trump fa spesso affermazioni assurde e salta di palo in frasca (rambling) con riferimenti che mancano di senso logico, di ordine e di coerenza, come gli squali e i motori elettrici nel video.

Altro esempio: Trump cita ripetutamente il cannibale Hannibal Lecter come spauracchio rappresentativo dei feroci migranti in fuga verso gli Stati Uniti (“he will have you for dinner”), presumibilmente perché confonde insane asylum (ospedale psichiatrico ➝ Lecter) e political asylum (asilo politico ➝ migranti). Ma le invettive deliranti (ranting) di Trump sono anche infarcite di disinformazione, complottismi, negazionismi, dog whistling e attacchi violenti e offensivi agli avversari.

I vaneggiamenti di Trump vengono ripetutamente ridicolizzati da comici e avversari. Nei principali media americani, invece, spesso le sue parole non vengono riportate letteralmente ma vengono parafrasate, razionalizzate e presentate in forma comprensibile. Viene così conferito un senso logico che filtra le assurdità, smorza la retorica e rende il messaggio più accettabile per gli elettori.

È un’operazione che può essere descritta con il verbo sanitize (“igienizzare”) e il sostantivo sanitization, da tempo usati nel senso figurato di edulcorare testi o altri contenuti eliminando tutto ciò che potrebbe risultare negativo, offensivo, sconveniente o controproducente (ad es. a sanitized version of US history that softens the horrors of slavery).

Sanewashing

Ultimamente però c’è chi ricorre anche al neologismo sanewashing per descrivere la dissimulazione dei vaniloqui e delle invettive di Trump operata dei media e ritenuta un esempio di misinformazione (informazioni false o distorte diffuse però senza intento malevolo).

Il significato di sanewashing è illustrato da Parker Molloy in The Press Response to Trump’s Word Salad Answer on Childcare is Peak Sanewashing, con l’esempio di una risposta contorta e insensata di Trump a una domanda su come rendere più accessibili i servizi per l’infanzia (childcare) che viene confrontata con le versioni lineari e chiarificatrici riportate invece da alcuni noti media.

Titolo: “The Press Response to Trump’s Word Salad Answer on Childcare is Peak Sanewashing”.  Testo: This “sanewashing” of Trump’s statements isn’t just poor journalism; it’s a form of misinformation that poses a threat to democracy. By continually reframing Trump’s incoherent and often dangerous rhetoric as conventional political discourse, major news outlets are failing in their duty to inform the public and are instead providing cover for increasingly erratic behavior from a former—and potentially future—president.

La parola sanewashing è formata da sane (lucido, sano di mente) e dall’elemento formativo –washing che si combina con aggettivi o sostantivi per descrivere azioni e attività che mascherano problemi sottostanti, che rimangono irrisolti, con l’intento di migliorare la percezione di persone, organizzazioni o prodotti da parte dell’opinione pubblica. Il sanewashing applicato a Trump ne minimizza la violenza verbale e i segnali di instabilità psichica e lo fa apparire più assennato di quanto effettivamente sia, conferendogli così maggiore credibilità e accettabilità.

Sanewashing è un ulteriore esempio della produttività dell’elemento –washing, già descritto in Una mano di greenwash con altri dettagli ed esempi (greenwshing, sportswashing, rainbow washing, social washing…). N.B. Non significa “lavaggio”!

Trumpspeak e word salad

Nel 2017 in “Lost in Trumpslation” (ma non è un film) avevo evidenziate le difficoltà di tradurre in altre lingue il cosiddetto Trumpspeak, l’idioletto di Donald Trump caratterizzato da sintassi e lessico rudimentali, con parole chiave ripetute più volte, che allora si erano rivelati espedienti retorici efficaci per la sua elezione.

Negli anni però la mancanza di coesione e coerenza di Trump si sono accentuate e gli interventi più sconclusionati ora appaiono come un’accozzaglia di parole che in inglese viene spesso descritta come word salad.

Vignetta con commento “we really need to talk more about Trump’s cognitive issues” e caricatura di Trump con effluvio di parole tratte dai suoi discorsi, come “comrade Kambala let wind farms spread cancer and raise bacon prices while driving whales crazy after your electric boat sinks from a heavy battery installed by an illegal drag queen…”
vignetta: Clay Jones

L’espressione word salad evoca disturbi mentali: è un termine della psichiatria associato ad alterazioni del linguaggio tipiche di disturbi psicotici, come ad es. eloquio disorganizzato e incoerente, lessico non pertinente, perdita dei legami associativi tra gli argomenti di una discussione (tangenzialità) ecc.

Word salad è un esempio di terminologizzazione, il processo attraverso il quale una parola o locuzione del lessico comune viene trasformata in un termine che designa un concetto particolare in un linguaggio speciale. È un meccanismo di risemantizzazione che spesso ha origine da metafore, connotazioni particolari o usi figurati delle parole; è molto produttivo in inglese, non altrettanto in italiano (o comunque non in tutti gli ambiti). In questo caso nel lessico psichiatrico italiano è stato adottato il calco “insalata di parole” (cfr. anche schizofasia e verbigerazione).


L’origine della parola sanewashing in riferimento alle notizie su Trump è attribuita al giornalista Aaron Rupar (cfr. Hello sanewashing, goodbye journalism.). L’uso però è precedente: si trovano vari esempi già a partire dal 2020; c’è anche una voce di Urban Dictionary del 2022.

Lascia un commento L' indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *.