L’intesa tra Taylor e Benjamin è nata quattro anni fa: «Mi hanno dato in mano questo micio e mi sono innamorata subito»
Gatto, felino, pet e micio per lo stesso referente sono esempi del terrore delle ripetizioni che tormenta giornalisti e titolisti italiani e li spinge a ricorrere ad alternative che sarebbero poco probabili in interazioni reali: davvero c’è chi userebbe l’anglicismo pet per descrivere una foto con il proprio gatto?
In Variazione e ripetizione (con partita Iva e tweet) ho già discusso le conseguenze negative della ricerca ossessiva di sinonimi. Nelle notizie a contenuto tecnico e specialistico possono interferire con la precisione e correttezza delle informazioni che spesso ne risultano distorte, come negli esempi di vaccino ≠ siero ≠ antidoto e immunizzato ≠ vaccinato.
[Per] non dire gatto…
Qui invece ho raccolto alcuni esempi frivoli che non creano problemi di comunicazione ma che sono così artificiosi che possono risultare ridicoli, come il titolo su scaramucce tra 4 gatti:
Chi titola le notiziole su cani e gatti raramente si dimentica di farci notare che sono quadrupedi:
Probabilmente i titoli sono formulati in questo modo per i motori di ricerca, perché per i lettori umani è palese che i “sinonimi” come quattrozampe sono superflui, sostituibili da un pronome o riformulando la frase: cane aiuta un altro quattrozampe ➝ cane ne aiuta un altro. Inoltre, alcune parole alternative a cui ricorrono i media, inusuali in una normale conversazione, aggiungono informazioni irrilevanti per la notizia, come il dettaglio dell’unghia a zoccolo per non ripetere la parola cervo:
Si ricorre a generiche caratteristiche fisiche anche per cani e gatti, che sono amici pelosi o pelosetti.
Un cane non è solo un amico peloso ma anche il miglior amico a 4 zampe e ovviamente il miglior amico dell’uomo.
Esempio con orso e plantigrado:
Alternative commestibili
I “sinonimi” a cui ricorrono i titolisti per i cibi risultano altrettanto ridicoli, come frutto rosso per evitare di ripetere fragola, uno stratagemma che mi ricorda i documenti di viaggio bordeaux:
Tra i miei esempi preferiti ci sono sempre candida bevanda e mix a base di latte e altre alternative poco informate, descritte in Milkshake vs frappé:
Concludo questa breve carrellata con il notevole disco di pasta per evitare di usare la parola pizza (non sia mai che appaia vicino a pizzeria, a quanto pare stilisticamente inaccettabile!):
Questi esempi ci ricordano che sinonimia perfetta è rarissima e che non tutte le parole di significato simile sono intercambiabili. Ogni parola è caratterizzata infatti da aspetti diversi di tipo semantico, grammaticale, stilistico, di registro, di contesto d’uso, sociolinguistici. Li ho descritti in Alternative al water d’oro, con dettagli sul tipo di corrispondenze che dovrebbero verificarsi perché due parole siano veramente intercambiabili.
Grazie a @gioganci per l’esempio iniziale e a @RubenVitiello per il disco di pasta.
Aggiungo un esempio da un tweet di un giornalista (agosto 2024):
A chi gli ha fatto notare che il cirillico è un alfabeto e non una lingua, il giornalista ha risposto “Lo so. Era per evitare una ripetizione nel tweet”. Sconsolante davvero che consapevolmente si preferisca fare errori pur di non usare due volte la stessa parola.
Luca:
Credo che dietro questa fantasia sfrenata nel cercare sinonimi si nasconda anche la patetica necessità di allungare il brodo. Molto spesso queste sono delle non-notizie, delle curiosità che, facendo uso del gran dono della sintesi, si potrebbero raccontare in due frasi, o per le quali basterebbe addirittura il solo titolo. Inventando improbabili circonlocuzioni, composte di più parole possibile, si riesce più facilmente a girare e rigirare la frittata, e dilatare lo scarno contenuto semantico fino a raggiungere la lunghezza minima che un lettore può trovare accettabile per un articolo. I giornalisti evitano magari le ripetizioni letterali, ma di fatto ripetono spesso concetti già espressi poco prima.
Valentina:
Ogni volta che sento alla radio le pubblicità dei “pet store” mi chiedo quanti padroni di cani e gatti di una certa età capiranno che è rivolta a loro…mi sembra proprio che manchino il target, considerando tra l’altro che i più anziani spendono molto per gli animali di compagnia!
Licia:
@Luca temo anch’io che spesso sia così. Ci sono articoli online metà dei quali sono composti da frasi come “ti sei mai chiesto come fare X? In questo articolo ti spiegheremo come fare X. Continua a leggere per scoprire come fare X”. Bisogna continuare a scorrere prima di trovare qualche contenuto, e lo trovo fastidiosissimo.
Intanto in un nuovo post ho aggiunto un altro esempio di “sinonimo” che è solo una traduzione maldestra dall’inglese, locazione per location:
@Valentina il post Quando il pet vien dalla campagna… ha quasi 5 anni. In questo periodo ho continuato a chiedere e devo ancora trovare un proprietario di cane o gatto che usi pet per il proprio animale (ho anche chiesto a un paio di veterinari e neppure loro lo usano).
Nicolò
https://www.rainews.it/video/2024/08/in-vacanza-con-il-pet-quanto-costa-portare-fido-con-noi-02171cb7-f830-49c4-a413-59d4edf19d01.html Sembra quasi per scrivere quell’articolo si siano ispirati a questo.
Licia:
Grazie, esempio perfetto per la mia raccolta!
In una conversazione reale credo che nessuno userebbe le parole evidenziate al posto di “cane” o “gatto” o “cani e gatti”.