Chi dice “mall” si merita una martellata!

Esempi di titoli: 1 Food court e palestra a Roma apre Aura il mall che riqualifica; 2 “No shopping day”, i sindacati di base bloccano il mall di Carugate; 3 Oriocenter, il più grande shopping mall italiano; 4 Parma Urban District: i primi marchi previsti nel mall; 5 Apre a Roma Rinascente Tritone, il mall con il museo dentro

Da qualche tempo i media hanno il vezzo di usare la parola americana mall come sinonimo di centro commerciale, un anglicismo superfluo poco trasparente che sempre più spesso viene usato anche come nome proprio.

In giro per l’Italia ormai ci sono parecchi The Mall, nome altisonante che a me fa sempre pensare “Tu Vuo’ Fa’ l’Americano! Anche per questo mi ha divertita scoprire che mall è una parola di origine italiana e che ha una storia insolita.

La racconta il vocabolario americano Merriam-Webster in ‘Mall’: It’s Not Just for Shopping:

The word ‘mall’ comes from a 16th-century Italian alley game that resembled croquet. It was called pallamaglio, or pall-mall in English; the alley on which the game was played came to be known as a ‘mall’.

Dalla pallamaglio…

Il nome deriva dal gioco della pallamaglio, in auge nel XVI secolo in Italia e in Francia e poi esportato in Inghilterra dove è evoluto nel cricket, nel golf e nel croquet. Si giocava entro uno spazio delimitato e richiedeva di colpire una sfera di legno con un maglio per lanciarla alla maggiore distanza possibile oppure per farla entrare in una buca o per farle attraversare uno o più archetti col minor numero di colpi.

Ora la parola maglio, dal latino malleus, martello, indica vari tipi di martello a due teste, ad es. per battere i cerchi delle botti, o macchinari particolari, ma allora descriveva la stecca di legno con testa di legno a forma di martello usata per il gioco.

pallamaglio
immagine: La Pallamaglio: l’antenato del golf e del cricket nacque a Napoli

Il nome pallamaglio era entrato in inglese come pall-mall, un prestito adattato che aveva perso ogni associazione alla parola originale, tanto che con mall non si indicava la mazza bensì il campo di gioco.

…ai centri commerciali

A Londra i nomi di due note strade, The Mall (il viale che porta a Buckingham Palace) e Pall Mall (un’ampia via parallela a The Mall), sono riconducibili alla loro funzione originaria di corsie di gioco della pallamaglio che poi erano state trasformate in viali alberati.

In seguito il nome è stato usato per descrivere anche ampi spazi pubblici nelle città, ad es. è famoso il National Mall della capitale statunitense Washington, che riconosciamo come il luogo dove si radunano le folle per proteste di massa e per le cerimonie di insediamento dei presidenti americani.

Nell’inglese americano la parola ha poi acquisito l’ulteriore accezione di spazio all’aperto tra edifici, ad es. tra esercizi commerciali, e infine negli Stati Uniti è diventata il nome dei grandi centri commerciali.

Martellate di punizione! 😉

La storia di mall mostra inequivocabilmente che si tratta di un anglicismo superfluo.

Propongo quindi una martellata virtuale a chi si ostina a usarlo in italiano, e doppia martellata al redattore italiano che in una notizia dall’Inghilterra aveva “tradotto” il britannico shopping centre con l’americano mall:

 Titolo inglese: “Moment of panic after reported machete attack at Kent shopping centre” – Titolo italiano: “Kent, uomo con machete in un mall: panico e clienti in fuga”

7 commenti su “Chi dice “mall” si merita una martellata!”

  1. granmadue:

    Sì, molto interessante e istruttivo.

    Secondo me non è però da sottovalutare il fatto che per un titolista una parola di 4 caratteri (“mall”)al posto di due parole per complessivi 17 caratteri (“centro commerciale”) debba sembrare – e forse lo è – una manna dal cielo.

  2. Flavia:

    Davvero interessante (anche un po’ deludente) scoprire che il ‘mall’- con tutto il carico di suggestioni sulla sua ‘mole’- alla fine fosse solo un campetto dove si giocava a palla con un bastone. Non ditelo ai ‘molossi’ della grande distribuzione.

  3. Licia:

    @granmadue la brevità delle parole inglesi però non è una scusa per usarle al posto di quelle italiane: significativo che gli inglesi non sentano la necessità di usare mall e anche nei titoli usino shopping centre! Chi scrive per lavoro dovrebbe essere in grado di riformulare la frase italiana in modo che rientri nello spazio disponibile. Non è difficile, come sa bene chi ha imparato a scrivere SMS quando si pagavano singolarmente e si riusciva a fare stare tutto in 160 caratteri.

    Aggiungo un esempio ridicolo in tema, con shops al posto di negozi e card per carta:

    TANTI SHOPS PER I TUOI ACQUISTI ACCUMULA WKEY SULLA TUA WOW CARD E VAI IN VACANZA DOVE VUOI!

    @Flavia ben detto: l’itanglese gioca proprio sulla percezione delle parole, che in inglese sembrano più moderne e cosmopolite, e invece… 😀

  4. Marco B:

    Ah ah bellissima e dovutissima la doppia martellata a chi traduce i titoli dei giornali inglesi in itanglese!

    Aggiungerei che la via Pall Mall e’ pronunciata pæl-mæl e non pɔːl-mɔːl, proprio per l’origine dal francese paille-maille. A confondere europei e americani…

  5. John Dunn

    La pronuncia di Pall Mall è piuttosto complicata: c’è chi insiste su una pronuncia [pel-mel], ma penso che nel inglese odierno quasi tutti abbiano qui no un /a/ normale ([æ] per chi preferisce la vecchia norma). C’è un’ulteriore complicazione, perché esiste anche la parola pell-mell (disordinatamente), ma questa secondo il dizionario di Chambers ha un’altra origine.

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